Monza – A tre settimane dal nubifragio tropicale i negozianti stanno facendo i primi inventari dei danni. L’asse Prina-Zucchi si conferma il più colpito. Ad esempio col negozio di mobili Miotto (ora chiuso per ferie) cui l’acqua ha rovinato non solo parte della merce in vetrina, ma anche quella custodita nel seminterrato. In via Zucchi non è andata meglio. «Quando ho visto cosa stava succedendo sono corsa al negozio- racconta Chiara Braga, una delle titolari di Atlantide, negozio per animali- l’acqua era talmente forte che sono caduta, rovinando i telecomandi. In negozio, un disastro: avevo appena ricevuto scorte di mangime e sabbia per tre settimane. Ci ho rimesso almeno 1.500, 2.000 euro, cui vanno aggiunti danni vari, come il bancomat saltato».
E’ andata meglio, ma solo di poco, al vicino Ecoshop. «La merce per fortuna si è quasi tutta salvata- spiega Mirko Sperto- ma solo per pulire lo scantinato ho speso 400 euro di spurghi: l’acqua è entrata anche dalle vetrine, e ha sporcato tutto. Per ripulire il negozio, saremo sui 2.000 euro». Basta andare in fondo a via Zucchi per trovare chi si mette letteralmente le mani nei capelli, come Carlo Brambilla, del negozio di scarpe. «Nel magazzino seminterrato avevo un metro e 80 d’acqua, mi ha rovinato decine di paia di scarpe, e i macchinari per la riparazione: in negozio, muri e mobili rovinati», enumera Brambilla, che stima danni per 15-20mila euro, e attacca il Comune: «Da anni diciamo che per intercettare l’acqua che si riversa in via Zucchi vanno realizzate delle griglie a monte, ma non hanno fatto niente: ho presentato richiesta di risarcimento danni in Comune, e nel caso sono pronto ad adire alle vie legali».
In via Italia, la farmacia Predari conta danni per circa 15-20mila euro. «L’acqua ha sfondato le bocche di lupo ed è entrata nel magazzino sottostante, rovinando tutta la merce: abbiamo dovuto smaltire le medicine secondo le procedure previste», spiega Luca Barzaghi, uno dei soci. Furente Ernesto Ambrosini, titolare della storica tabaccheria di piazza Carducci. «Hanno realizzato male gli scarichi pluviali: un torrente d’acqua mi si riversava dal tetto nel cortile, che è diventato una piscina, e in negozio avevo 13 centimetri d’acqua- racconta-, merce rovinata, ma soprattutto temo per i mobili, antichi: a volte certi danni vengono fuori solo col tempo».
Anche sull’altra sponda del Lambro le cose non sono andate meglio. In fondo a via Carlo Porta il fiorista di Hedera s’è trasformato in esposizione per piante acquatiche. «L’acqua entrava dalla porta, da dietro, dalle bocche di lupo: io ho aperto a maggio, ma mi dicono che questa zona ha le fognature che scaricano male, e ci credo. Dabbasso avevo mezzo metro d’acqua, che ha rovinato la merce», spiega il titolare Daniele Vultaggio. Anche al Libraccio di via Vittorio Emanuele, il 5 agosto non lo dimenticheranno facilmente. «L’acqua entrava dalla porta e dal retro: risultato, libri danneggiati (non molti, per fortuna), ma magazzini pieni d’acqua, tappeti fradici, materiale vario da buttare via», chiosa Peo Monguzzi, responsabile della libreria.
Giuliano Da Frè