Monza, «Fumo non pericoloso»Ma nessuno ha fatto le analisi

«Non c'è nessun pericolo», ma le analisi scientifiche per affermarlo nessuno le ha fatte. Lo dice la responsabile dell'Arpa di Monza, Maria Luisa Pastore. Nel rogo del magazzino cinese, oltre alla plastica, sono bruciati amianto e sostanze tossiche di prodotti sequestrati.
Monza, «Fumo non pericoloso»Ma nessuno ha fatto le analisi

Monza – «Non c’è nessun pericolo», ma le analisi scientifiche per affermarlo nessuno le ha fatte. Lo dice la responsabile dell’Arpa, agenzia regionale per la protezione dell’ambiente di Monza e Brianza, Maria Luisa Pastore. «In base alla nostra esperienza in altri incendi simili, anche in depositi di rifiuti dove si trova molta plastica, come nel caso in oggetto, e dove non si è registrato nessun pericolo per la salute, – dice – nel caso specifico non abbiamo ritenuto necessario fare delle analisi mirate dell’aria.»

L’esperienza dei tecnici Arpa e non analisi, quindi, dietro le rassicurazioni del sindaco ai cittadini diramate giovedì sera, a incendio in pieno corso. Ad avvalorare la decisione dei tecnici anche le condizioni meteorologiche: «Dalle previsioni per la notte a seguire e il giorno dopo – dice ancora Pastore – l’alta pressione avrebbe garantito la dispersione del pennacchio (la colonna di fumo ndr) verso l’alto».

Per quanto riguarda l’amianto, la scoperta è avvenuta a spegnimento in corso: «Ci avevano detto che il capannone era risalente agli anni ’90, quindi era esclusa la presenza di amianto, già fuori legge. In seguito abbiamo scoperto che una porzione era in realtà più vecchia e aveva il tetto in eternit. Abbiamo quindi proceduto con l’iter per lo smaltimento, mentre per scongiurare la volatilizzazione delle polveri, i vigili del fuoco hanno bagnato il materiale.» «Ci hanno detto di spazzare via le polveri» dice invece un vigile del fuoco intervenuto.

Ma un po’ di amianto e sicuramente, anche diossine, derivate normalmente dalla combustione delle plastiche, nel pennacchio ci saranno stati. E forse altro, sostanze ignote, quelle contenute in prodotti sequestrati a marzo dalle fiamme gialle nell’operazione «Michelino»: due milioni e mezzo di pezzi, talvolta rivestiti con vernici tossiche, potenzialmente dannosi per la salute.

E’ bruciato tutto nello spaventoso incendio di giovedì scorso. Quarantotto ore per spegnere il rogo, l’ultimo focolaio domato sabato mattina. Poi è comparso un cartello del coordinatore nominato dalla proprietà per la gestione dell’emergenza che mette all’erta sul pericolo amianto, invitando le maestranze a usare tutte le precauzioni per lo smaltimento. Altro pericolo.
Roberto Magnani