Monza – A poco più di trenta giorni dalla scadenza del 16 giugno, fissata per il primo pagamento delle imposte, anche le imprese artigiane brianzole sono in una preoccupante situazione di stallo. All’ufficio fiscale dell’Unione Artigiani della Provincia di Monza e della Brianza i consulenti allargano le braccia sconsolati nell’impossibilità di fornire agli imprenditori i modelli di studi di settore da compilare.
“Purtroppo siamo alle solite – commenta Marco Accornero, segretario generale dell’organizzazione –. I prospetti definitivi degli studi di settore risultano ancora in bozza e quindi non possiamo comunicarli ai titolari d’azienda che dovranno poi compilarli e renderceli. Solo a quel punto sarà possibile verificare se le cifre denunciate siano da considerarsi congrue o non congrue inserendole nel sistema telematico dell’Agenzia delle Entrate, meglio noto come “Gerico”, che naturalmente, oggi come oggi, non è ancora disponibile”.
Calcolando i tempi necessari per questi adempimenti è improbabile che il 16 giugno gli imprenditori possano versare il dovuto. Una empasse che certo non tranquillizza gli artigiani, anzi aggiunge inutile apprensione in momenti di per sè non esaltanti.
“Più che improbabile, direi certo – precisa ancora il segretario –. Ci auguriamo che l’autorità fiscale si renda conto che gli artigiani e i nostri uffici non possono certo fare miracoli. Entro quella data possiamo assicurare solo assistenza nella definizione e nel pagamento delle dichiarazioni dei cosiddetti contribuenti minimi e di quelli che si regolano su parametri o non sono titolari di partite Iva. La maggior parte delle imprese artigiane invece ha come riferimento gli studi di settore ed è ferma al palo. Chiediamo assolutamente che il Fisco decida un’immediata proroga alla scadenza del 16 giugno spostandola almeno di un mese per non penalizzare le imprese che versano l’imposta con rate mensili per mancanza di liquidità.”
“Comunque il problema resta un altro – conclude Accornero -. Stando a quanto era stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale già nel 2008, i modelli degli studi di settore dovrebbero essere definiti e comunicati addirittura nel dicembre dell’anno precedente rispetto alla denuncia dei redditi. Ma l’impegno continua a non essere rispettato e i nostri artigiani continuano a trovarsi la sorpresa di pesanti adeguamenti a pochissimi giorni dalla scadenza di pagamento. Non ci sembra il modo migliore per instaurare un rapporto di fiducia e collaborazione tra Fisco e imprenditori”.