Monza – Un bulino che corre su una lastra e incide qui più profondo e là più in superficie, in una geografia del paesaggio e del dettaglio che sarà poi allagata dall’inchiostro prima di finire sotto i colpi di un torchio a imprimere il suo aspetto sulla carta. Oggi sono pixel, ieri era una camera oscura, l’altro ieri erano le maniche risvoltate di una tipografia. Allora, tra Sette e Ottocento, era la mano degli incisori a raccontare strade, architetture, dettagli, paesaggi, territori interi in una mappa.
Sono quelle presentate nella mostra “Monza e la Brianza nelle antiche stampe” che da sabato alla fine dei novembre gli Amici dei musei presenteranno all’arengario del capoluogo brianzolo. Con la collaborazione del Comune e dell’associazione Novaluna, gli Amici portano in città una collezione di carte antiche mai viste prime a Monza. È il risultato del lavoro di Alberto Crespi, curatore della mostra nonché studioso di lungo corso del patrimonio incisorio del territorio, che ha contato inoltre sul sostegno dello studio Modoetia Carta. D’altra parte è questa la città di Giuseppe Longhi, monzese nato nel 1766 che all’arte del bulino ha dedicato la propria vita, nell’età dell’oro delle stampe, fino a portare sotto il torchio il ritratto di Napoleone Bonaparte all’apice della gloria dopo Arcole. Di lui e e dei Lose, di Appiani e Stendhal, Ercole Silva, Giuseppe Beretta, Parini, di Michele Bisi e poi ancora fino all’arte di Bucci: di uno scorcio d’epoca lungo tre di secoli parla la mostra monzese (aperta fino al 27 novembre), che presenta una serie di incisioni mai viste prima di Monza e della Brianza.
«Territorio, città, emergenze architettoniche e artistiche – scrive Crespi nella presentazione -. I materiali, individuati con un vasto lavoro di ricognizione in collezioni pubbliche e private – stampe, volumi, documenti rari – solleciteranno la curiosità e appassioneranno gli studiosi di “cose monzesi”, e si spera possano riaccendere il dibattito, oggi improcrastinabile, sulla salvaguardia delle radici culturali per una miglior comprensione dell’attualità e delle stagioni a venire». Un centinaio di lavori a stampa, documenti rari raccolti in collezioni pubbliche e private che «che solleciterà la curiosità dei visitatori e il dibattito improcrastinabile sulla salvaguardia delle radici culturali».
Inaugurazione sabato 22 ottobre alle 18, poi apertura da martedì a venerdì dalle 16 alle 19 (sabato e festivi 10-13 e 16- 19). Giovedì 27 ottobre e giovedì 10 e 24 novembre, in concomitanza di tre incontri dedicati a “La città rappresentata” proposti da Novaluna, anche dalle 21 alle 23. Ingresso libero. Lunedì chiuso.
Massimiliano Rossin