Monza dice addio al suo ExpoBrianza fiere in liquidazione

Addio a Brianza fiere. Dopo la segnalazione della Corte dei Conti, i soci (e principalmente il Comune di Monza, socio di maggioranza) dell'azienda pubblica che ha il compito di sviluppare il polo fieristico monzese hanno deciso di mettere in liquidazione la società.
Monza dice addio al suo ExpoBrianza fiere in liquidazione

Monza – Addio a Brianza fiere. Dopo la segnalazione della Corte dei Conti, i soci (e principalmente il Comune di Monza, socio di maggioranza) dell’azienda pubblica che ha il compito di sviluppare il polo fieristico monzese hanno deciso di mettere in liquidazione la società.
Diverse le motivazioni che hanno portato a questa decisione, ma principalmente il fatto che Brianza Fiere non ha potuto raggiungere lo scopo di realizzare il nuovo polo fieristico di viale Stucchi/viale Sicilia. Questo progetto rappresentava, infatti, il principale scopo della società partecipata da Camera di commercio di Monza e Brianza, Apa Confartigianato, Unione Artigiani, Unione Commercianti, Provincia di Monza e Comune di Monza. Ora lo sviluppo delle attività fieristiche si sposta sempre di più all’Autodromo, e non si esclude la Villa reale. La giunta comunale, guidata da Roberto Scanagatti, aveva definitivamente annullato il progetto di costruzione del polo multifunzionale nella zona di viale Stucchi/viale Sicilia, previsto dalla precedente amministrazione. Dopo questo provvedimento lo scopo di Brianza Fiere era praticamente venuto a mancare.

L’amministrazione elenca, nella delibera che annuncia la liquidazione della società, le principali cause di questa decisione: «L’impossibilità registrata negli anni trascorsi di giungere all’avvio effettivo della fase operativa per la realizzazione del centro polifunzionale, sia dal punto di vista della fattibilità tecnica che finanziaria, causa motivi esterni non imputabili ad azioni del consiglio d’amministrazione che in questi anni ha potuto svolgere principalmente solo operazioni preliminari di studio e di programmazione delle attività future».
Le attività di Brianza fiere, società che aveva un consiglio d’amministrazione di quattro elementi (con un gettone di presenza di 206 euro), sono così finite sotto la lente di controllo della Corte dei Conti. E il Comune stesso ha ammesso: «E’ stata rilevata la difficoltà oggettiva per la Brianza Fiere di raggiungere il proprio scopo sociale che risulta in contrasto coi principi di efficacia, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa determinando, anche a causa del mutato contesto di mercato, del difficile periodo economico e delle nuove realtà fieristiche, il venir meno dei presupposti per il mantenimento della partecipazione nella società in capo al Comune di Monza». Il difficile momento economico ha influito sul fallimento del progetto del nuovo polo fieristico, ma anche i nuovi trend ”espositivi” hanno convinto gli enti e i portatori di interessi (stakeholders) a prendere una nuova strada.

Le associazioni di categoria degli artigiani, che erano i principali interessati a questo progetto, sono consapevoli che non si poteva fare altrimenti: «E’ il momento di definire nuove strategie – dichiara Giovanni Barzaghi di Apa Confartigianato – ci siamo adeguati ai tempi difficili dell’economia». Certo non manca una punta di amarezza: «Non eravamo mai arrivati così vicini alla definizione del progetto del polo fieristico, c’eravamo quasi – continua Barzaghi – Questo però non ci farà desistere dal trovare altre soluzioni per sviluppare il nostro mercato». Anche Marco Accornero, segretario dell’Unione artigiani, non si rassegna e rilancia: «Il modello fieristico come l’abbiamo finora immaginato non è più sostenibile, dobbiamo pensare a riadattare spazi esistenti e conferire loro un’accezione espositiva – e nello specifico -. Non è un segreto che sia l’Autodromo sia la Villa reale possano diventare delle ipotesi concrete per lo sviluppo fieristico del futuro ».

La partecipazione alle fiere, da parte degli espositori, è in forte calo e questo è il momento giusto per ripensare allo sviluppo di questo settore che deve passare, in questo come in altri casi, per l’utilizzo di spazi esistenti che devono diventare, non solo sulla carta, multifunzionali.
Andrea Trentini