Lissone – Prezioso cameo nell’ambito della manifestazione Libritudine: l’esibizione dell’Hover chamber choir proveniente dall’Armenia e partecipante al ventesimo festival internazionale ”La Fabbrica del Canto”. L’Hover è diretto con passione da Sona Hovhannisyan, creatrice anche dei costumi indossati dalle donne: lunghi abiti di panno decorati da veli leggeri e passamanerie dorate, che finiscono con orli asimmetrici. Particolare la vista d’insieme delle coriste vestite di tre colori: il nero, arabeggiante, l’ocra e infine il rosso cupo che ricorda il melograno, simbolo dell’Armenia.
Non solo, alla bravissima direttrice si deve dare il merito dei movimenti scenici inventati per alcune canzoni, una sorta di rivisitazione dei balli popolari, appena accennati, con una leggerezza infinita di batter di mani e di tacchi. Il coro, durante il concerto al Terragni, ha proposto brani classici, folk e sacri di tutte le epoche, ma anche musica della tradizione ortodossa, popolare armena e contemporanea.
Formato dai migliori allievi del Conservatorio di Yerevan, si è aggiudicato l’Armenian music award nel 2004 e nel 2010. Una curiosità: prima dell’esibizione eseguono un ”rito propiziatorio’ che loro chiamano ”elicottero”: grida e strette di mano per darsi coraggio ed augurarsi la buona riuscita dello spettacolo. Il coro Città di Lissone ha provveduto all’accoglienza e alla logistica.
Cristiana Mariani