Le aziende usano i quadri per aggiustare i bilanci

Monza – Formazione, collaborazione con enti pubblici ed ecclesiastici, sinergia con forze di polizia di altri Paesi. Il lavoro del Nucleo Tpc è anche questo. Gli uomini della sede monzese, come quelli degli altri reparti italiani, hanno a che fare ormai abitualmente con polizie di mezzo mondo. Il Tpc ha un rapporto di collaborazione anche con gli israeliani, nel quale hanno avuto un ruolo proprio i militari di stanza in Brianza. Corsi di formazione e aggiornamento sulle tecniche operative vengono tenuti su richiesta dell’Interpol, di Ministeri culturali stranieri, in particolare di Stati dell’America latina, ma anche della Repubblica popolare cinese.

Il Tpc detiene, tra l’altro, un’immensa banca dati con sono foto e notizie sulle opere rubate. Uno strumento nel quale sono informatizzati 118mila eventi e quasi tre milioni di oggetti. Nell’ambito nazionale la sede monzese del Tpc è una delle più importanti, sia perchè la Lombardia è uno dei crocevia dei traffici, sia per la mole dei recuperi: le opere di pregio ritrovate dai carabinieri della Villa Reale sono innumerevoli: nel libro, tra le altre, vengono ricordate l’ovale olio su tela di Pietro Ligari (’700) raffigurante il profeta Isaia, restituito alla chiesa di San Giovanni di Morbegno, le ancone in legno dorato ritornate nella chiesa di San Bartolomeo di Caspano di Civo, un altro ovale su tela restituito alla Collegiata di San Giovanni a Morbegno. Anche in questo sta l’importanza di questi recuperi: come ha spiegato nel convegno il Soprintendente archeologo della Lombardia Umberto Spigo, lo scempio commesso da ladri e trafficanti sta soprattutto nel rovinare il contesto in cui le opere rubate erano inserite, che dice molto della storia e della vita delle persone che ci hanno preceduto.

La lotta ai trafficanti viaggia su due piani diversi: opere d’arte e reperti interessano alle aziende che fanno quadrare i bilanci gonfiando il valore di un quadro (autentico o meno che sia) ma anche ad «appassionati» degli oggetti antichi che girano per le campagne della Bergamasca o della Lomellina col metal detector per cercare qualche moneta o altri pezzi antichi