La Cavalcata Oswald von Wolkenstein ai piedi dello Sciliar (BZ) è una vera e propria festa di popolo, nella quale confluiscono molti elementi diversi: la storia, l’arte, l’amore per i cavalli e la passione per le sfide. Giunta alla sua 29ª edizione, nacque nel 1983 dall’intuizione di Hanspeter Demetz e germogliò grazie all’entusiasmo di Verena Pramstralher e alla tenacia di Heinz Tschugguel.
L’idea aveva una tale intrinseca forza che coinvolse sindaci, amministrazioni, associazioni e privati cittadini, determinati a far rivivere il menestrello che dà il nome alla manifestazione e a regalare al territorio un evento capace di attrarre spettatori e appassionati. Esattamente ciò che accade da 28 anni, con 20000 presenze annue e un entusiasmo contagioso. Venerdí 3 giugno 2011 a partire dalle ore 21, l’intero paese di Siusi allo Sciliar dará inizio alla festa paesana con la spillatura del fusto di birra. Sabato 4 grande sfilata d’apertura con carrozze, cavalieri e festa medievale.
Domenica 5 prenderanno il via i tornei e le prove di abilità. Le squadre si cimenteranno nel passaggio degli anelli, nel galoppo con ostacoli, nel labirinto e nel passaggio fra porte. Dopo la cerimonia a Siusi allo Sciliar, la Cavalcata parte a Castelforte presso Ponte Gardena, passando Tagusa giunge al Colle di Castelrotto, dove si apre il primo torneo, continua a Siusi e poi al Laghetto di Fiè dove si svolgono altri due tornei per giungere infine all’ultima spettacolare gara a Castel Presule.
Gli allenamenti che precedono le gare sono duri, ma necessari ad acquisire la destrezza e l’abilità necessarie alla conquista dello stendardo, risultato che permette di apporre il proprio nome sull’asta di sostegno, entrando nella storia della cavalcata. Più di ogni altra cosa, però, sono il rispetto e la cavalleria a farla da padroni, nello spirito di un modello di vita in cui la battaglia è anche una forma di cortesia.
La stessa che viene celebrata nel corso dei due giorni, coinvolgendo tutti in una atmosfera che, favorita dallo splendore delle terre circostanti, ha anche il sapore delle origini. “L’origine è la meta”, scrisse Karl Kraus, e in questo caso è esattamente così. La meta dei cavalieri è l’origine della cultura che ospita la manifestazione, nel nome, e sotto il segno, del bardo quattrocentesco che nacque, visse e donò il nome alla gara delle gare.
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