La rapina nascondeva una truffaCesanese e sevesino in carcere

Quella che sembrava una “semplice” rapina in realtà nascondeva una truffa ai danni di una compagnia di assicurazione. Dopo quasi due anni, i carabinieri sono venuti a capo dell'inganno e hanno dato esecuzione a sei provvedimenti restrittivi della libertà personale.
La rapina nascondeva una truffaCesanese e sevesino in carcere

Cesano/Seveso – Quella che sembrava una “semplice” rapina in realtà nascondeva una truffa ai danni di una compagnia di assicurazione. Dopo quasi due anni, i carabinieri sono venuti a capo dell’inganno e l’altra notte i militari del Nucleo investigativo di Firenze hanno dato esecuzione a sei provvedimenti restrittivi della libertà personale nei confronti di altrettante persone, accusate di concorso nei reati di rapina a mano armata, sequestro di persona e truffa, commessi il primo dicembre 2009 nel capoluogo toscano ai danni dell’ingrosso di gioielli “Gold Alley srl”. Custodia cautelare in carcere nei confronti di Rosario Cristiano, 52 anni, di Cesano Maderno, Fabio Scatena, 43 anni, di Pisa, Maurizio Pozzati, pisano di 58 anni, e Uriy Dimitrov Kroumov, bulgaro di 46 anni con casa a Fiesole, e arresti domiciliari per David Caselli (all’epoca dei fatti consigliere delegato della “Gold Alley”), 44 anni, di Firenze, e Assunto Leonardo Malacrinò, 56 anni, di Seveso. L’iniziale ipotesi investigativa del possibile coinvolgimento di Caselli nella rapina ha trovato decisivo impulso l’11 giugno 2010, quando, a Paderno Dugnano, i carabinieri del Nucleo radiomobile di Desio, a seguito di un normale controllo, avevano arrestato Cristiano e la sua compagna, trovati in possesso di un ingente quantitativo di gioielli, parte della refurtiva rapinata, e di una pistola con matricola abrasa. Al termine di meticolose indagini è stato dimostrato che Caselli, tramite Scatena, aveva assoldato il “gruppo di fuoco” formato dagli altri quattro. Obiettivo, tentare di risolvere la difficile situazione economico-finanziaria della “Gold Alley”, ottenendo un duplice guadagno: subito con la ricettazione dei preziosi e in seguito con il lauto rimborso di due milioni di euro da parte della compagnia assicuratrice (valore di gran lunga superiore rispetto alla merce realmente trafugata).
Antonella Crippa