Monza – Nella “ricetta” della qualità della vita i lombardi assegnano all’ingrediente “casa” il voto di soddisfazione più alto (8,1), quindi al quartiere e al contesto in cui vivono (7,4); fanalino di coda il lavoro con un 6,9. 1 lombardo su 3 non è soddisfatto della propria condizione lavorativa. Per le famiglie lombarde al di sotto della soglia di 1500 Euro di entrate nette mensili la qualità della vita non è più soddisfacente. Solo se il reddito netto al mese è compreso tra i 1.500 Euro e i 2.000 Euro si può anche pensare di essere ottimisti sul futuro (anche se il voto di soddisfazione si ferma alla quasi sufficienza). Unico rifugio per le famiglie a basso reddito resta la casa, “tana” sicura. Le famiglie lombarde sono decisamente soddisfatte della loro abitazione al di là del proprio grado di “benessere economico”, assegnando un valore di soddisfazione superiore all’8. Stessa cosa vale per il quartiere, con gradi di soddisfazione registrati inferiori ma comunque omogenei rispetto alla situazione economica della famiglia (da 7,3 a 7,4). Il reddito influenza invece la “gratificazione” in campo professionale: i lavori meno pagati sono anche meno gratificanti registrando un grado di 6,1 contro il 7,3 dei più retribuiti. Complessivamente la qualità della vita percepita in Lombardia è superiore non solo alla media nazionale ma anche al dato registrato in Spagna e in Francia, ed in linea con la Germania. Anche se il valore in Lombardia è diminuito rispetto a 5 anni fa di circa mezzo punto, passando da un grado di soddisfazione del 6,9 al 6,3 di oggi. Monza è la provincia più “felice” della Lombardia, per la situazione attuale. A Milano e a Brescia poco soddisfatti sulla situazione attuale, anche se a perdere di più rispetto al passato è l’indicatore delle “piccole” province. Crolla il mito delle piccole realtà a misura d’uomo, che sono anche le più pessimiste sul futuro.
Sono alcuni dei dati che emergono dalla indagine “Famiglie e consumi. Monza e Brianza e Lombardia”, realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, con il coordinamento scientifico di Ref-Ricerche per l’economia e la finanza e in collaborazione con DigiCamere.
La ricetta del risparmio La ricetta del risparmio per le famiglie lombarde passa dalla riduzione per le spese dedicate allo shopping: il 47% fa rinunce su abbigliamento ed accessori. Poi il tempo libero: risparmiano su questa voce del budget il 43% dei lombardi. Sulla spesa alimentare sono disposti a “tagliare” solo il 26%. Tra le voci del tempo libero, la cura del proprio corpo e del benessere sembra essere oramai una necessità più che un vizio: sempre meno lombardi, nonostante il portafoglio più leggero, sono disposti a ridurre la spesa per palestre e centri benessere. Meno cene fuori (62%), aperitivi (24%) e viaggi (57%) sembrano la soluzione lombarda al risparmio. E la casa (13%) e l’automobile (11%) restano ancora gli unici buoni motivi per intraprendere pagamenti rateali.