Monza – E’ stato un dicembre davvero nero per Trenord. La società di trasporto pubblico regionale ha prima perso il suo storico amministratore delegato, Giuseppe Biesuz, arrestato dalla Guardia di finanza, e poi è incappata nel peggior disastro di disorganizzazione della storia ferroviaria italiana. Tra il 10 e il 15 dicembre migliaia di pendolari lombardi sono stati costretti a patire le pene dell’inferno per raggiungere il posto di lavoro, o per tornare a casa la sera, a causa di un nuovo sistema automatizzato di turnazione del personale che ha fatto cilecca, dell’introduzione del nuovo orario invernale e dell’apertura della nuova tratta ferroviaria Seregno-Saronno. Ora si aspettano le conseguenze legali di quel disastro. I pendolari hanno già fatto sentire il loro disappunto. E aspettano con ansia lunedì 7 gennaio, la ripresa ufficiale dell’attività lavorativa dopo le vacanze natalizie, oppure la riapertura delle scuole.
E tutto questo mentre continua il silenzio da parte di Trenord e della Regione Lombardia sull’entità del risarcimento per gli utenti che hanno subìto i gravi disservizi nella settimana di caos che ha riempito le pagine dei giornali. La Regione dice di essere parte offesa, ma allo stesso tempo è azionista di Trenord. L’associazione di tutela dei consumatori Codici, come già annunciato, sta raccogliendo le adesioni per promuovere la class action ed è arrivata a quota 500 mandati. “Chiediamo il rimborso di almeno 3 mesi di abbonamento – dichiara Davide Zanon, coordinatore regionale di Codici Lombardia -. “Non siamo disponibili a scendere sotto questa proposta, visto che i disservizi non sono ancora finiti. Se l’azienda offrirà meno, andremo in causa tramite la class action. Sarà quindi il giudice a decidere in merito all’entità dei danni subiti dagli utenti”.
Davide Perego