Monza – Affollati, sporchi, in ritardo, da rottamare. Magari non proprio l’intero poker di critiche, ma almeno due su quattro sono le accuse più comunemente mosse ai pullman del servizio pubblico, da chi li usa quotidianamente per andare (e tornare) da scuola e dal lavoro. Il pendolare, da sempre, è creatura sensibile e spesso rassegnata, provata da vere e proprie transumanze all’interno della città o dalla Brianza alla metropoli e ritorno, che si possono trasformare in un attimo in vere odissee.
Esagerazioni? – Basta un acquazzone, l’uscire di casa due minuti in ritardo o, incubo incontrastato, dover affrontare lo sciopero dei treni, per creare il caos. Esagerazioni? Forse. E allora per verificare l’effettivo stato dei bus monzesi e dei nervi di chi li frequenta abitualmente, ci siamo armati di biglietto e pazienza e abbiamo percorso da capolinea a capolinea l’intera tratta della rete Z 202, che da San Rocco raggiunge il cimitero, attraversando il centro città e il quartiere Cederna. Questo è il racconto di viaggio, di un lunedì mattina da pendolari.
La partenza – Il pullman accende i motori alle 7.20. Fuori è ancora abbastanza buio, sul bus solo sei assonnatissimi studenti. Cinque minuti dopo, in perfetto orario (giornata fortunata?) l’autista mette in moto. In via Montesanto, solo due fermate dopo, il pullman si riempie. Per chi salirà poi solo posti in piedi. Un aspetto che non sembra preoccupare i passeggeri, tutti ragazzi delle superiori, carichi di libri e vocabolari. Sono già dieci i passeggeri che si reggono ai pali di sostegno. Alle 7.30 il pullman scivola lungo il cavalcavia di San Rocco e attraverso il trafficato incrocio di via Aquileia. Il brusio aumenta, i ragazzi, sistemati a gruppetti, parlano di calcio, della versione di latino e del compito di matematica, alcuni si distraggono con un giochino al cellulare, altri si lasciano avvolgere dalle cuffie dell’ipod.
Pieno come un uovo – Alle 7.38 il 202, pieno come un uovo, imbocca via Cavallotti. Qui salgono gli ultimi studenti: la meta è vicina. Questo pullman, infatti, è frequentato in prevalenza da ragazzi che frequentano il liceo scientifico Frisi, l’istituto Hensemberger o il Mosè Bianchi, ma anche dagli studenti del liceo classico Zucchi, dell’istituto Olivetti e del liceo artistico delle preziosine. Sono queste le scuole disseminate lungo il percorso del 202. Davanti al cancello del Frisi arriva a 18 minuti dalla partenza, in tempo per due chiacchiere o per ripassare le ultimissime nozioni prima del suono della campanella. Qui scende la gran parte degli studenti, la seconda tranche lascia il bus alla fermata successiva, davanti al Mosè Bianchi. Gli ultimi ragazzi si riversano in via Manzoni, a pochi passi dallo Zucchi, alle 7.50.
Ormai vuoto – Ormai vuoto il 202 continua la sua corsa verso viale Libertà e di lì in via Correggio, fino al capolinea davanti al cimitero. Nessun intoppo questa mattina. Per questa volta è andate bene.
Sarah Valtolina