Il reverendo buddista se ne vaA Villasanta vince l’intolleranza

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Villasanta – Questa volta ha vinto l’intolleranza. La processione interreligiosa che la comunità buddista Nichiren Shu di via Montello a Villasanta organizza nel periodo prenatalizio in nome della pace è saltata. Il reverendo buddista Shoryo Tarabini non ha più soldi né entusiasmo da investire dopo le cause intentategli dai vicini di casa negli ultimi mesi. Le cause le ha vinte, ma gli avvocati costano “e io sono un monaco”. La vicenda è nota. Il reverendo Tarabini ha 53 anni, è cittadino italiano nato in California ed emigrato in Giappone dall’età di 17 anni fino a quattro anni fa. Nato da un piemontese e da madre ebrea, originaria della Cina, il monaco risiede stabilmente a Villasanta da cinque anni, in una villetta presa in affitto e divenuta un punto di riferimento per i fedeli della provincia. Vi si svolge qualche cerimonia, perlopiù momenti di preghiera buddista tra pochi, ma secondo un paio di vicini di casa, questa sarebbe un’illegittima trasformazione della residenza privata in luogo di culto. Prima sono stati chiamati vigili e carabinieri che hanno ispezionato l’abitazione senza trovare nulla di anomalo. Poi sono arrivate le cause legali conclusesi con sentenze che hanno dato ragione al monaco.

«Però così non riesco a vivere sereno – ha detto Tarabini – e quindi ho deciso di trovare un altro luogo per la mia comunità. Stiamo valutando una residenza in Piemonte, vicino a Casale Monferrato, ma garantisco che non lascerò Villasanta, perché qui ci sono ancora persone che hanno bisogno di me e che verrò a trovare regolarmente».

Si chiude così, dopo due edizioni, anche l’esperienza esemplare di quella processione interreligiosa che Tarabini organizzava in concomitanza con “l’illuminazione del Buddha Sakyamuni”, ricorrenza festeggiata solitamente dai fedeli con una cerimonia chiamata Jodo-e. Per sollecitare la fratellanza tra i cittadini e l’armonia tra religioni, soprattutto sotto Natale, l’evento coinvolgeva anche le comunità cristiana (con la partecipazione del parroco), ebraica e islamica.

«L’anno scorso – ha raccontato Tarabini – la processione è partita da casa mia. Quando sono uscito e ho visto i villasantesi a mani giunte mi sono commosso. Mi spiace rinunciare, ma quest’anno non me la sento. Voglio però dire che la mia delusione non investe i villasantesi. In questa città ho trovato persone carine, di cuore, che mi hanno sostenuto nei momenti difficili. Quando ho vinto la causa sono venuti perfino a portarmi le copie dei giornali locali».
Valeria Pinoia