Roma – Il premier Monti annuncia le dimissioni, del riordino delle Province se ne occuperà il nuovo Parlamento. Ci sono ormai pochissime speranze che il decreto possa essere convertito in legge. Il dibattito era arrivato alle battute finali in Senato. E per mercoledì prossimo il Pdl aveva in programma di porre in Aula la pregiudiziale di incostituzionalità.
Il riordino delle Province è uno dei 18 provvedimenti ancora in discussione al Parlamento ma la decisione di Monti rivoluziona tutto il calendario dei lavori. Verrà votata sicuramente la legge di stabilità (quella che una volta si chiamava Finanziaria) e dovrebbe passare pure il “Milleproproghe” che permetterà di trasferire tutti i proventi dell’Imu ai Comuni. Per il resto è praticamente tutto saltato. A cominciare dalla tanto attesa e discussa riforma elettorale. Quanto alle Province, la proposta di riordino è destinata a tornare nel cassetto.
Parte la campagna elettorale, partiti e coalizioni ben difficilmente cavalcheranno l’abolizione degli enti (la proposta Monti ne cancellava 35, con un risparmio di 500 milioni di euro). Comunque i sindaci coinvolti nella riforma delle Province hanno deciso di manifestare l’11 dicembre davanti al Senato, per difendere i loro territori.