Monza – «La Chiesa cattolica non cessa di stupire. Il nome di Jorge Mario Bergoglio, negli ultimi giorni, non godeva dei migliori pronostici. Dalle sue prime parole e dai suoi gesti possiamo trarre già insegnanti e segnali importanti». Anche il professor Vittorio Possenti, filosofo monzese fino allo scorso anno docente all’Università di Venezia in filosofia politica e oggi componente del comitato nazionale di bioetica, è stato colto di sorpresa dalla nomina a Santo Padre del cardinale argentino arcivescovo di Buenos Aires.
«Si è presentato – spiega il filosofo – innanzitutto come vescovo di Roma e non è un particolare da poco. Si è presentato ai fedeli della diocesi. Francesco I arriva da una diocesi e non dalla Curia». Ma la sua elezione e le sue prime parole vanno anche oltre l’Italia e l’Europa, quasi un disegno dello Spirito Santo verso la cristianizzazioner dell’America Latina.
«Anche se – precisa Possenti – in quei Paesi la Chiesa è viva, malgrado i grossi sconvolgimenti che sta subendo dal punto di vista sociale e politico».
Questo Papa argentino, continua Vittorio Possenti, «può essere uno stimolo per noi che manchiamo di speranza. L’elezione di Bergoglio al soglio di Pietro deve indurci ad un serio e profondo esame di coscienza. Chiamandosi Francesco, il Santo Padre ha voluto richiamare l’importanza della povertà in questo momento storico del tutto particolare».