Vimercate – Via libera dal ministero dello Sviluppo economico per i cercatori di petrolio in Brianza. Pardon, di gas. La direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche ha infatti dato il via libera all’istanza di permesso di ricerca denominata Melzo e avanzata a Roma dalla Mac Oil, una società per azioni italiana nata nel 2007 con lo scopo di ricercare, produrre e commercializzare olio e gas naturale in Italia e all’estero e che ha sede a Roma in piazza Barberini. La domanda era stata consegnata a gennaio 2008 e interessa una superficie di 182 km che ricade nelle province di Bergamo, Cremona, Lodi, Milano e, appunto, Monza e Brianza.
In Brianza il territorio interessato dalle ricerche sarà quello dei Comuni di Cavenago, Ornago, Roncello, Busnago, Agrate e Bellusco. Dopo oltre un anno in cui la documentazione è rimasta, in fase istruttoria, sulle scrivanie del Ministero guidato da Corrado Passera, ora da Roma è arrivato il via libera al progetto. Un disco verde che dovrebbe essere ufficializzato al massimo entro il prossimo gennaio.
L’iter – La domanda è stata approvata dal ministero nel marzo del 2009 e la Mac Oil ha anche vinto un ricorso presentato al Tar del Lazio dalle altre due società interessate all’esplorazione del sottosuolo brianzolo, la Northern petroleum con sede a Londa e la Pengas srl, base operativa a San Donato Milanese. Le due concorrenti, non accettando la decisione del ministero di autorizzare la Mac Oil all’esplorazione brianzola, hanno deciso di ricorrere al tribunale amministrativo, perdendo il ricorso. L’istanza è quindi passata a regione Lombardia, che ha pubblicato la documentazione sul Burl (il bollettino ufficiale della Regione Lombardia). A inizio settembre l’ultimo step di avanzamento, con il via libera al progetto entrato, come recita il burocratese dei palazzi romani, nella “fase decisoria: dal decreto di Via alla conferenza dei servizi all’emanazione del decreto di conferimento”.
Avanti con i lavori – «Partiremo dai dati che aveva acquisito Eni». Così Christian Ceppi, geofisico e membro del consiglio di amministrazione della MacOil, spiega come la sua società interverrà sul territorio. «Siamo la seconda generazione di esploratori. Gli studi fatti in precedenza indicano la presenza di alcune “trappole” e stratificazioni che possono contenere idrocarburi. Insomma, dei depositi naturali di fonti energetiche non ancora sfruttati. Con le moderne tecniche sismiche, rispetto a quelle utilizzate negli anni Cinquanta e Sessanta da Eni, si potrebbero fare delle scoperte interessanti. Questo è già avvenuto in altre zone della Valle padana. Abbiamo buone speranze di ritenere che gli stessi risultati si possano ripetere anche in questa zona».
Le tecniche – L’indagine sismica consisterà nell’interpretazione di dati geologici e sismici già esistenti e nell’acquisizione di alcune nuove linee (per una lunghezza totale di circa 15 km). Queste ultime vengono eseguite mediante la generazione di impulsi nel terreno – la cui sorgente può essere l’esplosivo o un’azione meccanica – ed il successivo rilievo delle onde riflesse e rifratte dalle rocce attraverso dei geofoni, speciali sensori in grado di ririlevare i segnali di ritorno sulla superficie. Tutti i dati ottenuti vengono successivamente processati con le tecnologie più avanzate disponibili, in grado di fornire informazioni sulla presenza e l’ubicazione di trappole geologiche che potrebbero contenere i giacimenti di idrocarburi ricercati.
I due pozzi – L’esecuzione dei pozzi esplorativi rappresenta il principale intervento sul territorio per l’attività di ricerca. Qualora dall’indagine sismica venisse confermata la presenza di giacimenti tecnicamente ed economicamente interessanti, verrà predisposta la perforazione di uno o due pozzi esplorativi, che potranno raggiungere la profondità massima di circa 3000-4000 metri. L’intervento di perforazione di un pozzo di sondaggio comporta la realizzazione di un’area di istallazioni di circa 1 ettaro all’interno della quale vengono realizzate le istallazioni di cantiere, le infrastrutture per la perforazione e gli impianti annessi necessari per lo stoccaggio ed il trattamento dei fluidi di perforazione.
Davide Perego