Vimercate – Un’area ‘ghetto’. Un reparto separato, con tanto di scrivanie e pc. Senza nulla da fare però, senza mansioni da svolgere. È lì che finiscono i lavoratori di Alcatel Lucent al rientro dalla cassa integrazione. In attesa che partano i corsi per la ricollocazione. In altri termini, contestano i sindacati, l’obiettivo è di parcheggiarli in attesa che trovino una via d’uscita. In senso stretto: fuori dal sito di via Trento. Ed è braccio di ferro tra le parti.
Mercoledì è stata indetta un’assemblea con sciopero di due ore, per protestare contro la modalità di gestione dei primi rientri in reparto dei lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione straordinaria, “a dispetto degli accordi sottoscritti presso il Ministero dello Sviluppo Economico e presso il Ministero del Lavoro, l’azienda intende collocare i lavoratori di rientro dalla Cigs in un’area dedicata, senza un’attività professionale assegnata, con l’unico compito di cercarsi un’occupazione esterna ad Alcatel-Lucent”, scrivono le rsu in un comunicato stampa. Proprio mercoledì è rientrato il primo gruppo di sei persone.
“E ci si è trovati in questa condizione che è di vero e proprio mobbing – ha dichiarato Adriana Geppert, rsu Fiom -. Oltre a non rispettare i termini dell’accordo raggiunto solo cinque mesi fa, che prevedeva comunque il reinserimento in attività professionale, questo comportamento viola anche il nostro contratto nazionale che stabilisce che le persone devono essere dedite alle mansioni per le quali sono state assunte”. Mercoledì rsu e lavoratori hanno riportato i pc alle scrivanie dei reparti originari dei sei rientrati. Giovedì mattina però l’azienda aveva provveduto a riportare computer e arredi nel reparto ‘limbo’.
“I lavoratori però resistono e hanno presto posto alle loro scrivanie originarie”, ha confermato Geppert. Sempre giovedì le rsu hanno consegnato alla direzione di via Trento una lettera di diffida di Fim e Fiom per il demansionamento operato ai danni dei sei lavoratori. Il richiamo delle maestranze è alla responsabilità dell’azienda. “I lavoratori e le lavoratrici, con le rsu, ritengono inaccettabile questo comportamento aziendale, in netta violazione degli accordi e non rispettoso della dignità delle persone, e hanno dimostrato la propria convinzione con l’ampia partecipazione allo sciopero, all’assemblea e al corteo interno -prosegue il documento- Richiamano quindi l’azienda a ripristinare corrette modalità nei rapporti con le persone e con le organizzazioni sindacali, evitando azioni unilaterali che potrebbero pregiudicare la gestione condivisa dei problemi occupazionali”.
Anna Prada