Greenland, rilancio da 15 milioniResta incerto il futuro dei giostrai

Greenland, rilancio da 15 milioniResta incerto il futuro dei giostrai

Limbiate – Interrogativi e ombre sul futuro di Greenland. La situazione del parco divertimenti un tempo conosciuto come «Città satellite» potrebbe a breve cambiare radicalmente: la scorsa settimana i legali di Claudio Campani, l’imprenditore emiliano proprietario ormai da un anno dell’area parco, hanno avuto un incontro con la famiglia Sardena, imprenditori giostrai che da anni portano avanti una causa per usucapione su un’area di 120mila metri quadrati. Nell’incontro si è discusso proprio della causa, nel tentativo – come si apprende dalle parti – di giungere a un accordo economico che possa superare l’impasse della vicenda legale.

«Un incontro – afferma Christian Sardena – positivo; ho avuto l’impressione della volontà di superare le divisioni in vista di un progetto comune, ma aspetto di vedere personalmente il progetto specifico, prima di parlare di vera apertura». Di incontro positivo parla anche Campani, che però precisa: «Prima di iniziare il nostro progetto, vogliamo risolvere tutti i problemi e i dissidi che hanno bloccato l’area finora; per farlo potremmo anche accordarci con gli attuali occupanti, ma sempre ricordando che la loro situazione non è regolare. Il progetto che portiamo avanti del resto, con un investimento di ben quindici milioni di euro, non prevede la loro presenza e ci stiamo muovendo in tal senso». L’imprenditore emiliano lascia poi intendere che si potrebbe anche arrivare a una ingiunzione di sfratto. «La ragione – continua Campani – ci viene data da anni di affitti non pagati. Anche le cause intentate per trascinare i tempi alla fine non pagheranno».

I giostrai e i gestori delle attività ristorative, fortemente preoccupati, tengono d’altra parte a precisare che la loro posizione non può dirsi in alcun modo irregolare: «L’affittuario dell’area – afferma Giuliano Vidali, giostraio e referente sindacale della categoria – era un altro soggetto, con cui noi avevamo solo un accordo verbale, per una sorta di subaffitto. Abbiamo sempre rispettato questo accordo fino al 2007, quando l’area è stata messa all’asta. Il nostro errore è stato piuttosto quello di non avere mai richiesto un contratto preciso e di non essere mai ricorsi ai legali».

Intanto il parco versa in condizioni sempre peggiori: «E’ incredibile – affermano i giostrai – che il nuovo proprietario a un anno dall’acquisto non si sia ancora fatto vedere; il verde e il laghetto versano in condizioni sempre peggiori, e ora che il parcheggio è stato chiuso gli avventori sono sempre meno. Vorremo avere delle certezze sul nostro futuro».
S.B.