Giussano, una folla alla messadel cardinale per don Silvano

Giussano – C’erano tanti fedeli lo scorso 25 gennaio, quando don Silvano Caccia fece il suo ingresso ufficiale come responsabile della Comunità pastorale di Giussano. Ancora più persone oggi pomeriggio, nella basilica dei Santi Filippo e Giacomo, hanno partecipato alla messa prefestiva celebrata dal cardinale Dionigi Tettamanzi che, insieme al vicario episcopale monsignor Armando Cattaneo, ha voluto essere a Giussano per stringersi alla mamma Anna, alla sorella Giovanna, ai fratelli e a tutti i parrocchiani. Non sono passati due mesi da allora e oggi la comunità di Giussano, Robbiano, Birone e Paina ha ascoltato dalla voce dell’arcivescovo di Milano parole di conforto per trovare una risposta a una morte ancora avvolta nel mistero, a cui gli inquirenti non hanno, al momento, ancora dato una spiegazione.

Le parole del cardinale – Parole «umane» tratte dall’«esperienza» e dalla «testimonianza», e quella più «preziosa che deriva da Dio» sono quelle espresse da Tettamanzi, che ha voluto condividere lo sconcerto nell’apprendere della morte del «caro don Silvano». «Appena ho saputo della disgrazia – queste le parole di Tettamanzi – mi sono recato sul posto con due confratelli, mentre eravamo in viaggio, invece, ci siamo diretti alla camera mortuaria dell’ospedale di Gorgonzola. E’ stata un’esperienza di dolore, un dolore condiviso, lo stesso dei parenti, dei seminaristi di Milano, dell’Azione cattolica, della pastorale della famiglia, di Giussano, Birone, Paina e Robbiano e di tutti coloro che hanno goduto del suo cuore sacerdotale». La parola, poi, della fede, che «via via si stava facendo sempre più provata e risentivo il grido di dolore di Cristo sulla Croce verso il padre. Mi sono chiesto “perché?”. Ecco che riprese a rinsaldarsi nella preghiera spontanea perché Dio accogliesse don Silvano, servo buono e fedele». Tettamanzi ha, quindi, riferito ai tantissimi presenti, di cui molti seduti a terra, le testimonianze pervenute, fra cui quella del Cardinale Carlo Maria Martini, di cui don Caccia fu stretto collaboratore, e della Consulta nazionale pastorale della famiglia della Cei. Una folla di gente si è riunita nella basilica, fra cui il sindaco Franco Riva e tante autorità. Un gruppo è giunto daTrezzo sull’Adda, paese natale del religioso morto tragicamente.

Le indagini: il punto – Nel frattempo, sulla causa del decesso ancora non ci sono novità. In città la gente èincredula e attende una risposta che possa mettere la parola “fine” sulle tante ipotesi che si stanno facendo giovedì sera, quando, intorno alle 20.30, don Caccia è stato avvolto dalla fiamme, sulla sua vecchia Fiat Punto, sulla A4, vicino alla stazione di servizio Brianza Nord, mentre rientrava dagli esercizi spirituali a Trento, da cui pare fosse partito nel primo pomeriggio. Al momento non si conosce la data del funerale. Se l’esame autoptico, predisposto dalla Procura di Monza, che sulla morte del sacerdote ha aperto un fascicolo, fosse lunedì, come sembrerebbe, la salma di don Caccia potrebbe arrivare a Giussano martedì. Dopo la veglia, mercoledì potrebbe essere celebrata la cerimonia funebre. Con ogni probabilità il suo corpo verrà sepolto nella cappella di famiglia a Trezzo sull’Adda.

Federica Vernò