Monza – Soffrono di depressione, sbalzi d’umore, attacchi d’ansia, insonnia e somatizzano il loro malessere. Sono i lavoratori stressati, quelli che imputano la causa del loro disagio al lavoro, al cattivo rapporto con colleghi e superiori, quelli che non riescono più a gestire il carico di responsabilità. Nel 2011 in Brianza sono 200 i lavoratori che si sono rivolti ai due centri specializzati in «Stress da lavoro correlato» istituiti all’interno dell’ospedale San Gerardo di Monza e dell’ospedale di Desio.
Una fotografia di questi lavoratori è stata scattata venerdì pomeriggio, nel corso di un convegno promosso dalla Asl di Monza e Brianza in cui sono stati invitati a partecipare 130 rappresentanti di aziende operanti nella grande distribuzione, responsabili di residenza socio sanitarie e titolari di imprese di pulizia, in assoluto i tre ambiti dove è più facile cadere vittima dello stress. Su 198 casi seguiti nel 2011 il 54% sono lavoratori tra i 25 e i 45 anni, nel 65% dei casi sono donne, il 75% residente in Brianza, il 60% con posto di lavoro vicino a casa. Sono più colpiti i lavoratori del terziario (72%) seguiti dal manifatturiero, il 49% sono impiegati e il 51% operai. Non giova allo stress ricoprire a lungo la stessa mansione: il 51% degli operai ha un’anzianità di servizio di 16 anni e da dieci è impiegato nella stessa mansione.
«In realtà questi 198 casi seguiti- spiega Sara Porro, medico del lavoro all’ospedale di Desio- sono solo la punta dell’iceberg e solo per il 37% siamo arrivati a formulare una diagnosi di stress imputabile al lavoro». Il 49% dei lavoratori infatti attribuisce lo stress all’ambiente lavorativo, ma le vere cause dello stress risiedono altrove. «Molte donne lavoratrici sono stressate- spiega Gabriele Latocca, responsabile del laboratorio Stress del San Gerardo- e attribuiscono il loro disagio al lavoro. Invece lo stress deriva dal fatto che hanno più elementi di stress extralavorativo, come la cura dei figli, dei genitori anziani, la difficoltà di conciliare tutto ».
Con la crisi i casi di stress da lavoro correlato sono in aumento: «E’ chiaro che la paura di perdere il posto di lavoro è un fattore di stress- spiega Porro- così come ci siamo trovati a seguire lavoratori che si trovano un sovraccarico di lavoro perché l’azienda ha ridotto il personale o non sostituisce i dipendenti andati in pensione». Cosa fare se si pensa di essere vittime di stress da lavoro? «Normalmente i nostri pazienti- conclude Latocca- vengono inviati da noi dal medico di famiglia. Abbiamo una lista d’attesa di circa 4 mesi, poi inizia il percorso diagnostico e di cura. Nei casi in cui emerge un’effettiva relazione tra stress e lavoro il medico fa una certificazione di malattia professionale che è uno strumento importante, anche dal punto di vista legale, del lavoratore verso l’azienda».
Rosella Redaelli