Monza – Era il dietro le quinte dello spettacolo del Binario 7 di Monza. Ma la presentazione di The History Boys di Alan Bennet è stata per il regista Elio De Capitani l’occasione per ricordare l’attrice Mariangela Melato. Lo riporta il sito Lettera43.it.
Sabato, nel giorno dei funerali a Roma dell’attrice morta l’11 gennaio, ha ricordato “il messaggio inviato dall’attrice la sera prima di morire, in cui molto lucidamente diceva «Sento che siamo alla fine della sofferenza»” e che “negli ultimi giorni salutava, prendeva congedo dagli amici, dalle persone amate. Si diceva preoccupata dalle visite, perché non voleva farsi vedere “brutta”. «Invece tutti coloro che sono stati alla camera ardente hanno riferito che è più bella che mai: questo è il suo ultimo colpo di teatro».
E poi: «Era una donna esigentissima, che non sopportava il cialtronismo, gli attori maschi che non sanno la parte a memoria. Bisognava prepararsi molto bene per lavorare con lei. Estremamente intelligente, simpaticissima, insieme a lei si facevano meravigliose risate. Bastava ricordare una parola estrapolata da un aneddoto o da una barzelletta, e che nessun altro poteva capire, come “spezzatino” o “quater”, per andare avanti a ridere un quarto d’ora. Questo addio è lancinante. In questi tre anni e mezzo di malattia ha dato una vera lezione di vita. Ha lottato per rialzarsi e lavorare ancora. È stata una maestra di scena e di vita, in questi tempi orfani di maestri. Era lei che ti accompagnava verso la meta. Ma proprio lei diceva: la vita è esattamente questa cosa qui, attraversarla è un privilegio».
Le strade di Melato e De Capitani si erano incrociate diverse volte. Lui l’aveva diretta a teatro in “Un tram chiamato desiderio” nel 1993, poi con Ferdinando Bruni in “Tango barbaro” (1995) e “L’anima buona di Sezuan” (2009). Stavano progettando di mettere in scena l’Arialda di Testori. In novembre l’attrice avrebbe dovuto portare al teatro dell’Elfo di Milano – di cui De Capitani e Bruni con Fiorenzo Grassi sono direttori – “Il Dolore” (di Marguerite Duras) prodotto dal teatro Stabile di Genova, ma l’appuntamento era stato cancellato.