Cesano – L’assessore Celestino Oltolini conferma che nel Piano territoriale di governo troverà posto una realizzazione di respiro europeo comprendente la Biblioteca civica e tutto quanto attiene alla sfera della Cultura. La sede è stata individuata nell’ex Centro sperimentale della Snia Viscosa, una costruzione di alto pregio su tre piani fuori terra, all’interno dell’area delimitata a Nord da via Venaria Reale, con ingresso dal grande cancello di via Friuli. L’acquisizione – conferma sempre Oltolini – potrà avvenire tramite transazione con l’attuale società (ex Cuffaro) proprietaria dell’immobile e dell’area circostante.
Ma sanno i cesanesi, al di sotto di una certa età, che cosa sia stato e che cosa abbia rappresentato per Snia e Cesano il suddetto Centro sperimentale e di ricerche? Ecco il motivo per cui rubiamo qualche spazio alla cronaca in queste pagine: far conoscere ai giovani un capitolo esaltante della nostra storia industriale. Se lo stabilimento Snia inizia negli anni Venti del secolo scorso con la produzione delle fibre Rajon (seta artificiale) Fiocco (cotone artificiale) e Lanital (lana artificiale, poi Merinova), il Centro sperimentale voluto dal presidente Franco Marinotti (al cui nome verrà poi intitolato) viene costruito a fine anni Trenta con lo scopo di nuove invenzioni nel settore. A vincere tale scommessa saranno soprattutto il direttore Luigi Nortabartolo (prematuramente scomparso), il tedesco dottor Munch, il dottor Francesco Siclari (vice direttore) e il dottor Giuseppe Messina (tuttora residente a Limbiate). Attraverso ricerche chimiche approfondite, l’utilizzo di numerosi laboratori chimici e le prove in impianti-pilota di caprolattame e polimeri vari, negli anni Cinquanta e Sessanta vengono brevettate le nuove fibre tessili affini al Nylon 6, apparso negli anni ’30 con la ricerca dello statunitense Carethers. Al nostro Centro sperimentale si creeranno invece il Lilion, il Rilsan e il Velicren, seguiti dalle Microfibre di Naylon 6,6 poliestere per abbigliamenti esterni (piumini, giacconi ecc.) subito prodotti su scala industriale negli stabilimenti Snia (per il Lilion, Varedo soprattutto) ed esportati ovunque. Un altro brevetto del Centro nel campo delle fibre chimiche di origine sintetica, è stato il Wistel.
Non solo, la Società di Marinotti realizzerà stabilimenti di produzione in tutto i mondo, e precisamente in India, Russia, Argentina, Brasile, Bulgaria, Francia, Giappone, Irlanda, Messico, Polonia, Spagna, Sudafrica, Ungheria e negli stessi Stati Uniti, dove molti tecnici ed operai del nostro Centro Speriementale si recavano per avviare quei nuovi impianti: Cesano Maderno insomma capitale mondiale delle nuove fibre chimiche sintetiche. L’attività del Centro sperimentale cesanese, in seguito declassata ad assistenza tecnica dei vari stabilimenti, si esaurirà verso la fine degli anni Ottanta con la grande crisi del settore che aveva investito anche la Snia (e pure l’Acna nel settore dei coloranti) con la chiusura di una decina di stabilimenti in tutta Italia; da qui il trasferimento delle residue attrezzature da Cesano a Pisticci.
Il Centro sperimentale Franco Marinotti ammainerà la bandiera definitivamente nel 1991. Ora, se il progetto del Comune troverà attuazione, il glorioso stabile del Villaggio Snia (oltre quattromila metriquadri) rivivrà un’altra esaltante epoca, questa volta sul versante propriamente culturale. Ma ci verrà ovviamente molto tempo per le pratiche di acquisizione, ristrutturazione, progettazione, definizione di programmi, ricerca di finanziamenti, che si prevedono ingentissimi se taluni pensano che a tal fine si dovrà battere cassa fino a… Bruxelles. Senza peraltro dimenticare i successivi costi di esercizio.
Augusto Crepaldi