Disboscare per un esperimentoParco di Monza, infuriano le polemiche

Disboscare per un esperimentoParco di Monza, infuriano le polemiche

Monza – Divergenze nella visione della manutenzione del patrimonio boschivo del parco tra amministrazione comunale e l’associazione Italia Nostra che chiede l’interruzione dei lavori. Il pomo della discordia è il progetto di “Sistemazione delle fasce boscate” all’interno del Parco (ed in particolare la sua variante). I

La contestazione – talia Nostra in particolare contesta le modalità del progetto coordinato dall’agronomo Claudio Corrazzin che prevede il taglio e la sistemazione delle fasce boscate. «Essendo stato dichiarato da tutte le parti coinvolte che tale intervento ha un carattere di marcata sperimentazione, ovvero non si è in grado di garantirne il risultato che, da parte nostra, si ritiene molto improbabile, è opportuno concentrare l’azione esclusivamente sulla particella già aggredita dalle motoseghe e non intervenire sulla seconda particella, chiudendo l’accesso al pubblico».

Il Comune
– L’amministrazione, con l’assessore al Parco e alla Villa, Pierfranco Maffè sostiene il progetto: «Con questo intervento finalmente torniamo ad occuparci dei boschi, cosa che negli ultimi anni non si è più fatto» Pierfranco Maffè. «Il progetto, tra l’altro, è stato concordato con il Corpo Forestale dello Stato, il Parco del Lambro e le associazioni ambientaliste, non so perchè Italia Nostra non era presente agli incontri». E continua: «I risultati saranno straordinari nel lungo termine e non ci sarà più bisogno di piantare nuovi alberi». Oggi si sta lavorando ancora nel pezzo nei pressi del roccolo della gerascia dove saranno piantate 9mila piante in circa 4 ettari di terreno. Pierfranco Maffè, infine, conclude: «Ho intenzione di chiamare Corrazzin per presentare l’intervento al pubblico».

Progetto anomalo – «Il progetto, per come è concepito, presenta diverse anomalie», Silvia Beretta, consigliere di Italia Nostra e architetto paesaggista, contesta il progetto di Claudio Corazzin. «La normativa regionale vieta i tagli “a raso”, ci sono le deroghe per procedere in questo modo all’interno delle zone prescelte? Poi generalmente si tende a propendere il bosco disetaneo, con alberi giovani insieme ai più maturi». E ancora: «Irrigare 10 ettari di terreno richiede un impiego di acqua notevole, nel progetto non mi pare che ci sia un bilancio idrico, danno per scontato che il Golf concederà l’acqua?». Italia Nostra sottolinea anche le conseguenze per la fauna locale: «Anche se l’intervento dovesse andare a buon fine sarà un prato alberato non un bosco (con il relativo sottobosco) che ha caratteristiche diverse che vanno comparate con le esigenze degli animali che qui vivono, come le volpi, poi parliamo di tagli di parti vitali dal punto di vista qualitativo dei boschi» conclude Silvia Beretta.
Andrea Trentini