Desio, un centro d’accoglienzanella casa confiscata alla mafia

Taglierà il nastro don Luigi Ciotti, coordinatore nazionale dell'associazione Libera e simbolo della lotta alla mafia. Sarà inaugurata il 30 aprile la comunità per malati mentali, ospitata in via Molino Arese in una casa confiscata alla mafia.
Desio, un centro d’accoglienzanella casa confiscata alla mafia

Desio – Per il taglio del nastro è stato invitato don Luigi Ciotti, coordinatore nazionale dell’associazione Libera e simbolo della lotta alla mafia. Sarà inaugurata il 30 aprile la comunità per malati mentali, ospitata in via Molino Arese, in un bene confiscato alla mafia. “E’ la prima iniziativa che va in porto in Brianza” dice il vicesindaco Lucrezia Ricchiuti, da sempre in prima fila nel denunciare l’illegalità, fin da quando sedeva tra i banchi dell’opposizione in consiglio comunale. E’ quindi ormai pronto per diventare operativo il progetto “Autonoma – mente” che prevede la realizzazione di una comunità psichiatrica.

 In settimana la giunta ha approvato una convenzione con la Asl e l’associazione Asvap, per la gestione vera e propria. L’edificio, che si trova al confine con Cesano Maderno, diventerà una sorta di casa famiglia per l’assistenza ai malati mentali. “Vorremmo che la nuova comunità sia intitolata a Pio La Torre” afferma il vicesindaco. “La decisione, prima di diventare definitiva, dovrà essere votata dal consiglio comunale”. L’amministrazione di centrosinistra dunque ha scelto di intitolare la comunità al deputato del Pci, ucciso dalla mafia, nel 1982. E intanto organizza l’inaugurazione. “Abbiamo chiesto la presenza di don Ciotti”, spiega la Ricchiuti. Il progetto è gestito dall’azienda ospedaliera di Desio e Vimercate.

Per avviarlo, la Regione ha stanziato un contributo di 90 mila euro. Il resto della spesa sarà a carico del comune. Oltre all’edificio che ospiterà la comunità, l’area comprende anche un terreno, un’altra abitazione e un box. Apparteneva ad un pregiudicato calabrese condannato in via definitiva con sentenza della Cassazione. La confisca è stata disposta dal Tribunale di Reggio Calabria e l’Agenzia del Demanio ha consegnato gli immobili al comune di Desio a condizione che siano utilizzati per “finalità sociali”. L’edificio è stato ristrutturato ed è quindi pronto per accogliere gli ospiti. Proprio qui, in via Molino Arese, avrebbe dovuto terminare la fiaccolata organizzata lo scorso dicembre da Libera (poi, a causa della pioggia, il percorso era stato accorciato).

La sezione monzese dell’associazione impegnata nella lotta alla mafia aveva promosso in città un convegno sui beni confiscati, a cui aveva partecipato, tra gli altri, il prefetto di Monza Renato Saccone. Al convegno erano stati sottolineati alcuni dati: la Lombardia è al quinto posto nella classifica nazionale dei beni confiscati alle mafie. Sono 39 i beni confiscati nella provincia di Monza. Sette a Desio. Oltre a quelli compresi nell’area di via Molino Arese (5 vani) ci sono anche un appartamento in via Mazzini 48, assegnato ai Carabinieri e un appartamento in via Monsignor Castelli 10/12, assegnato alla Guardia di Finanza. L’Agenzia del Demanio li ha assegnati alle forze dell’ordine, per “finalità di ordine pubblico”.