Desio, ogni mercoledì visite aperte in cima al campanile della Basilica

Desio, ogni mercoledì visite aperte in cima al campanile della basilica dei Santi Siro e Materno di Desio.
Ambrogio Villa, 86 anni, consegna la divisa di campanaro al giovanissimo Luigi, 13 anni

Sono saliti in cima al campanile della Basilica dei Santi Siro e Materno, a quarantadue metri d’altezza, per ascoltare da vicino il suon unico delle campane di Desio, e farle riascoltare a tutta la città. Dopo quasi tre anni di pausa, il gruppo campanari ha riaperto le visite guidate alla cella campanaria. Una tradizione secolare che si era interrotta a causa dell’emergenza sanitaria. Mercoledì scorso sono stati tanti i curiosi che hanno accettato la sfida di arrampicarsi a piedi su tortuose scale di legno, fino a giungere a un passo da quelle possenti campane di bronzo. Vecchie signore fuse nel lontano 1843 che dopo quasi due secoli continuano ad affascinare i desiani dall’alto.

Desio, i campanari tornano sul campanile: cinque mercoledì tra giugno e luglio

Questa sera, e per altre quattro sere d’estate – il 22 e 29 il giugno e poi il 6, 13 e 20 luglio dalle 20.30 alle 22.30 – sarà possibile provare un’emozione che di generazione in generazione si tramanda dai nonni ai nipoti. Mercoledì sera è avvenuto un passaggio di consegne altamente simbolico: il decano dei campanari, Ambrogio Villa, 86 anni, ha consegnato simbolicamente la divisa blu di campanaro al giovanissimo Luigi Galli. Ad appena 13 anni, il piccolo ha iniziato da poco la “carriera” di campanaro, insieme a Giacomo Galli, pure lui 13enne. Un momento molto emozionante per i due ragazzi: quasi un rito di iniziazione.

Desio, i campanari tornano sul campanile: Ambrogio, 86 anni, passa il testimone a Luigi, 13 anni

«Avevo anche io su per giù la loro età quando entrai in questa grande famiglia – ricorda Villa – . Ora sono 75 anni che suono le campane e questa grande passione non mi ha mai stancato un solo giorno». Il presidente, Maurizio Parravicini, e il suo vice Riccardo Barzaghi, guidano un gruppo di volontari diversissimo per età e sensibilità, ma unito da una comune passione per un’arte antica che spesso si tramanda in famiglia: «Mio suocero – spiega Barzaghi – era un campanaro e alcuni anni fa anche mio figlio Giacomo lo è diventato». Alcuni anni fa l’associazione ha proposto ai ragazzi dei corsi per imparare a suonare le campane: «Ci è sembrato un modo divertente per incuriosire i ragazzi – e per tramandare valori e nozioni antiche, con la certezza che un giorno anche questi nostri piccoli amici faranno lo stesso con i desiani del futuro».