Desio, discarica dell’ndrangheta50mila euro di danni al Comune

Commissione Pecorella, 15 minutiper la discarica della ‘ndrangheta

Desio – Risarcimento in arrivo per la “Gomorra” brianzola. Il comune di Desio ha ottenuto una provvisionale di 50mila euro, in relazione alla vicenda della cava avvelenata da rifiuti tossici illecitamente smaltiti all’interno. Sono i primi strascichi giudiziari di un’inchiesta che nei mesi scorsi ha destato molto scalpore, anche per il coinvolgimento di diversi personaggi, tra cui un pregiudicato già coinvolto in accuse di mafia.

La prima tranche del lavoro della magistratura di Monza (il pm titolare dell’inchiesta è Giordano Baggio), che ha consentito di sequestrare tre aree nei comuni di Desio, Seregno e Briosco (in tutto 65mila metri quadri di discariche e 178mila metri cubi di rifiuti tossici recuperati), la più importante delle quali a Desio (30mila metri quadri), si è conclusa con tre condanne patteggiate, ed una pronunciata col rito abbreviato.

La pena più alta è stata emessa nei confronti di Ivan Tenca, 30 anni, della provincia comasca, pregiudicato, considerato molto pericoloso, oltre che la “mente dell’organizzazione” dagli inquirenti della polizia provinciale. Per lui, il gup Alfredo De Lillo, ha emesso venerdì scorso sentenza di condanna a dieci anni di reclusione, visto che gli venivano contestate anche accuse relative a traffico di droga, punite più severamente rispetto ai reati ambientali.

Patteggiamento a 4 anni, tre anni e mezzo, e un anno e mezzo, invece, per Fortunato e Giovanni Stellitano, e per Giulio Bralla. Il primo, latitante di origine calabrese (Melito Porto San Salvo, in provincia di Reggio Calabria, il suo paese d’origine) era finito sotto inchiesta in passato per associazione a delinquere di stampo mafioso.

L’operazione che ha portato a delineare uno scenario simile a quello descritto nel libro e nel film “Gomorra”, è partita da una semplice segnalazione di una guardia ecologica volontaria, che aveva riferito alla polizia provinciale di movimenti sospetti in un’area agricola della Brianza. Gli investigatori della provinciale, specializzata in reati ambientali, ha portato alla scoperta dell’area di Desio, ammorbata da circa 160mila metri cubi di rifiuti pericolosi (residui plastici derivanti da lavorazioni industriali, scarti di piombo e cromo provenienti da lavori di demolizione industriale).

Ma il lavoro del pm Baggio non si è fermato, tanto che nei giorni scorsi alcuni operatori di una ditta specializzata hanno provveduto, su ordine della magistratura, a recuperare e smaltire il carico di un container abbandonato nella zona industriale di Carlazzo, nel comasco. Un provvedimento ricollegato ai fatti di Desio, Seregno e Briosco.
Federico Berni