Monza – Rieccola. Domenica pomeriggio miss Deborah Martin – in carne, ossa e tailleur d’ordinanza, con devota assistente al séguito – è riapparsa a sorpresa al ”Brianteo”. Quella che è la plenipotenziaria di Clarence Seedorf, negli organici un po’ bizzarri della repubblica biancorossa del calcio, arriva quando Monza-Venezia è appena iniziata, si accomoda in tribuna e accentra fatalmente su di sé sguardi e curiosità della sparuta platea di monsciaschi che ancora si ostinano a credere nella causa.
Al caffè dell’intervallo – la partita stenta a decollare, il Monza fa fatica a ritrovarsi – è la stessa miss Martin è chiudere laconicamente la questione: nessuna novità in riferimento all’eventuale cessione del club, che peraltro rimane in vendita, ammesso che vi siano compratori. Il che non risulterebbe. Insomma, da noi si direbbe che siamo al campo delle cento pertiche, non saprei se c’è in inglese un’espressione gergale altrettanto efficace. L’equivalente delle cento pertiche, intendo, solo per rendere l’idea alla signora.
Miss Martin pare aver letto e memorizzato il mio pezzo della settimana scorsa, e ciò mi lusinga. Da cronistello di provincia cui già in passato la signora ha inflitto qualche non richiesta lezione di deontologia professionale. Deborah ha diviso fin dalle sue prime uscite in buoni e cattivi i giornalisti di casa, e indovinare in quale elenco sia finito il sottoscritto non è difficile. Bene, in quel pezzo riportavo un’indiscrezione cui io per primo credevo poco o nulla: il “tessitore” Vincelli al lavoro per mettere insieme una cordata tutta brianzola da pronto, urgente soccorso. Capisco, la solita improbabile zuppa di cui non ne possiamo più, ma questo radio-fante sussurrava, questo un bravo cronista ha il dovere di riferire, con le opportune cautele e i doverosi condizionali del caso.
“Vincelli who?”, che tradotto fa “Vincelli chiiii?”, sbotta con teatrale efficacia miss Martin, in mano la tazzina fumante di caffè. Insomma, Vincelli chi era costui, riedizione nostrana del manzoniano Carneade. Vuoi vedere che la signora è di buone letture, tanto da potersi concedere citazioni classiche lontane dalla sua cultura anglosassone? Ne sarà felice, Vincelli. Miss Martin smentisce perfino l’ipotesi di una cordata brianzola tornata alla carica. Intendiamoci, ribadisco che anch’io sono convinto che stringi stringi questa strada diciamo autoctona non sia praticabile, però lo sprezzante “ Vincelli who?” di Deborah nasconde forse irritazione per quel che sarebbe potuto essere (e non è stato) e magari per quel che – chissà – nonostante tutto potrebbe riproporsi.
Intanto un adempimento fondamentale è stato fatto, da parte della proprietà: i quattrini necessari a pagare gli stipendi dell’ultimo trimestre sono regolarmente affluiti sul conto corrente deputato, i tesserati hanno ricevuto gli emolumenti. C’è chi insinua che a pagare, stavolta, non sia stato Seedorf. E chi allora? Io invece credo che il mezzo milione di euro l’abbia scucito ancora il vituperato Clarence. E lo scrivo non perché tema le bacchettate di miss Martin: “Besana who?”.
Giancarlo Besana