Cesano, le botteghe di una voltaRosanna e gli altri che resistono

Antiche insegne e negozi di vicinato che stanno ormai inesorabilmente scomparendo. Nell'arco di vent'anni i piccoli negozi di alimentari a Cesano Maderno come altrove sono pressochè scomparsi in città. A resistere sono pochissimi. Ecco le loro storie.
Cesano, le botteghe di una voltaRosanna e gli altri che resistono

Cesano – Alcuni angoli di Cesano Maderno nascondono insegne annerite dal tempo, simbolo di tempi e dinamiche di quartiere che stanno ormai inesorabilmente scomparendo. Nell’arco di vent’anni i piccoli negozi di alimentari sono pressochè scomparsi in città. A resistere sono pochissimi, non più di una decina. Di questi alcuni sono delle vere e proprie perle, negozi aperti più di cinquant’anni fa. I banconi usurati, i prodotti in vendita ed i volti delle persone che sorridono al vostro ingresso, salutandovi calorosamente, raccontano dei tempi che furono. La salumeria Rigamonti ad esempio, all’ombra del santuario di santa Maria della Frasca, fu aperta nel 1962, oppure la latteria della famiglia Sala, in via Roma, o ancora la Drogeria Posteria Bolgiani, in via Dante dal 1954, o il piccolo negozio di alimentari della signora Rosa Rigamonti, aperto alla Sacra Famiglia, a due passi dalla Nazionale dei Giovi, anch’esso del 1954.

Storie di famiglia – Cosa spinge queste persone ad andare avanti? A resistere più forti di tutte le chiusure a cui assistono ed alle difficoltà? Lo spiegano loro: «Per amore – commenta Rosanna Bolgiani – questa bottega l’hanno aperta i miei genitori, io sono cresciuta con questo mestiere. Non ci sto a chiudere. Ho dovuto modificare i prodotti che vendo, sono cambiate le richieste dei clienti. Ma è l’affetto per queste mura e per il mio quartiere che mi sprona ad andare avanti. Il giorno in cui non ce la farò più dovrò abbassare la serranda». Opinione condivisa dagli altri esercenti. «Resistiamo perchè abbiamo ancora alcuni clienti fidelizzati che preferiscono servirsi da noi – spiega Romano Rigamonti, proprietario della salumeria omonima a Binzago – si tratta soprattutto di clienti anziani. Qualcosa comunque si è rotto, i clienti giovani sono sporadici, ed anche nel caso di persone affezionate, che spesso escono di casa per venire da noi e poter fare anche due chiacchiere, con i loro figli e nipoti non riusciamo a ricreare lo stesso genere di rapporto».

A domicilio – Quelle che raccontano tutti gli esercenti sono dinamiche che si stanno perdendo con l’avvento dei centri commerciali e dei supermercati, dove il rapporto con il cliente è pressochè inesistente. «Faccio ancora qualche consegna a domicilio, ma poche cose, spesso non conviene neppure più. Ho qualche vecchina affezionata che fatica ad arrivare qui a piedi – aggiunge, sorridendo un’ottantacinquenne Rosa Rigamonti – le spese sono in continua crescita, io ho qui mio figlio che mi dà una mano, ma quando non ci sarò più penso proprio che lui abbasserà la serranda». In alcuni casi a spronare a tenere aperta la serranda è il raggiungemento dell’età pensionabile, come nel caso di Romano, che dopo la riforma delle pensioni ha ancora due anni prima di arrivare al traguardo (la moglie cinque) oppure Mariangela Sala, che anni fa ha rilevato la latteria di via Roma dalla madre Fernanda per permettere a lei ed alla madre di raggiungere la fatidica età.

La latteria di via Roma è probabilmente il negozio più antico di tutta Cesano, aperto nel 1943, in periodo di guerra, dal marito di Fernanda, Carlo De Ponti. Fernanda, classe 1927, abita nel retro bottega, saluta ancora i clienti affezionati e ricorda tutti i prezzi a memoria: «Non possiamo chiudere!- ed esorta i suoi, ricordando come una volta si vendeva il latte, come lavorassero molto grazie ai forestieri, le vecchie pezzature di pane che sfornavano, per venire incontro ai gusti dei meridionali – c’è meno lavoro di una volta, è vero. Però dobbiamo raggiungere la pensione».

Gionata Pensieri