Carne avariata, sotto sequestrosette tonnellate a Lentate

Lentate sul Seveso – Sette tonnellate e quattrocento chili di carne bovina e prosciutto sequestrati in cattivo stato di conservazione oltre a spezie e ovoprodotti scaduti. La «Alimentari Radice» di via Natta finisce nell’occhio del ciclone. La notizia è esplosa come una bomba a metà settimana, quando l’Ansa ha reso pubblico un comunicato del ministero dell’agricoltura. Nello scritto il ministro alla partita, il leghista Luca Zaia, ha affermato senza mezzi termini: «Abbiamo sventato un altro attentato alla sicurezza alimentare dei consumatori. La tolleranza zero è parte fondamentale del mio piano, per difendere i prodotti italiani e genuini, e vuol dire pugno di ferro contro i contraffattori dell’agroalimentare. Ancora una volta mi congratulo con l’Ispettorato Controllo Qualità per l’efficacia dei controlli predisposti a tutela dei consumatori e delle produzioni dell’agroalimentare italiano».

Per la «Radice», azienda con oltre mezzo secolo di storia alle spalle e ventuno dipendenti al lavoro, è stata una doccia fredda ed è pronta a controbattere in tribunale le proprie ragioni, rimandando al mittente le accuse del ministro. «La nostra azienda – sottolinea l’amministratore unico Renato Maspero – è assolutamente in regola e quel materiale sequestrato, doveva già essere buttato». Il «blitz» risale alla fine della scorsa settimana, quando arrivano i tecnici dell’ispettorato. Maspero e il suo staff sono tranquilli, in tanti anni non è mai stato trovato nulla di anomalo. Gli ispettori controllano l’intero stabilimento, compresa anche una cella frigorifera con all’interno carne e materiali che poi saranno sequestrati.

«Si tratta di merce – precisa Radice – stoccata a -18 gradi, da restituire ai fornitori, perché contestata in quanto inadatta all’utilizzo e in attesa che i fornitori stessi la ritirassero previa nota di accredito (tant’è che un fornitore si è presentato lo stesso giorno del sequestro per il ritiro) e in parte depositata nella stessa cella in attesa di essere asportata per la distribuzione». Radice ammette di aver subito un duro colpo da tanta pubblicità negativa: «siamo dispiaciuti per il danno che ingiustamente subiremo alla produzione, che sia ben chiaro l’ispettorato non ha mai fermato l’attività. Chiederemo al giudice direttamente l’incenerimento della merce sequestrata, come già dichiarato dal verbale di sequestro, e documenteremo quanto sopra riferito punto per punto: basti pensare che l’azienda, dopo l’asserita scadenza dei prodotti sequestrati, ha acquistato per la produzione tonnellate di merce consimile».
Cristina Marzorati