Carate Nostra, rito abbreviatoPirovano sicuro, gli altri forse

Rito abbreviato per Massimo Pirovano, uno degli imprenditori coinvolti nell'inchiesta 'Carate Nostra'. Anche il politico Pdl Maurizio Altobelli, gli imprenditori Giorgio Aldeghi, Gianpietro Gerosa, Felice Tagliabue e Calogero Licata Caruso, avrebbero scelto riti alternativi.
Carate Nostra, rito abbreviatoPirovano sicuro, gli altri forse

Carate Brianza – Rito abbreviato per Massimo Pirovano, uno degli imprenditori coinvolti nello scandalo corruzione legato all’inchiesta ‘Carate Nostra’. Lo si apprende dal palazzo di giustizia di Monza. Secondo indiscrezioni, peraltro, anche gli altri cinque imputati raggiunti da ordinanza restrittiva questa estate, il politico Pdl Maurizio Altobelli, gli imprenditori Giorgio Aldeghi, Gianpietro Gerosa, Felice Tagliabue e Calogero Licata Caruso, hanno scelto di avvalersi di riti alternativi al giudizio immediato, che invece era stato chiesto dal pm Donata Costa al termine della prima tranche di indagini sullo scandalo nato dalle vicende urbanistiche caratesi, un presunto giro di mazzette e favori sviluppatosi attorno al cambio di destinazioni d’uso di diverse aree del paese.

L’udienza per discutere gli abbreviati è stata fissata il 18 gennaio davanti al gup Alfredo De Lillo. L’inchiesta ‘Carate nostra’ nasce da una perquisizione effettuata sul luogo dell’omicidio del siciliano Paolo Vivacqua, l’impresario dai molti interessi freddato nel suo ufficio di Desio a novembre dello scorso anno. In quella occasione il pm Donata Costa ha notato una pila di fogli excel: prospetti relativi all’acquisto di alcuni terreni agricoli interessati da un cambio di destinazione d’uso in edificabili secondo le disposizioni del Pgt approvato il 31 marzo 2009.

In sede di interrogaotorio Felice Tagliabue non ci gira attorno, e ammette che “la ‘cooperativa’ composta da Altobelli-Gerosa-Aldeghi ha preso 291.500 euro in contanti”. Ma i “costi cooperativa” annotati dallo stesso Vivacqua ammontavano a 870mila euro. Lo schema è semplice: pago per ottenere la trasformazione dell’area in edificabile. Tagliabue, viene indicato dagli inquirenti come “persona vicina al Vivacqua”. Sul suo computer viene trovata una nota: “Nero cooperativa da versare all’ottenimento del cambio d’uso”, e di fianco l’importo di 110mila euro. Per gli investigatori della Guardia di Finanza è una traccia enorme.

L’affare più grosso è sicuramente la vendita dei terreni alla Bricoman, affare dal quale Vivacqua realizza una plusvalenza di 5 milioni di euro. In una mail inviata dall’avvocato di Vivacqua al collega che cura gli interessi della società privata, si allude alle “pressioni indebite svolte da Aldeghi sugli organi comunali”, scrive il gip Maria Rosaria Correra, “per mezzo di più di un santo in paradiso (espressione usata nella mail ndr)”, facendo riferimento agli interventi di Altobelli e dell’ex assessore Antonino Brambilla, che per questa vicenda è indagato nell’ambito di un secondo filone d’inchiesta ancora aperto.
Federico Berni