Cani e gatti diventano condominiAnimali ammessi nei regolamenti

D'ora in poi chi mette il nome del cane sul citofono o manda la cartolina al gatto avrà una ragione in più. La Camera dei deputati ha approvato il divieto di vietare nei regolamenti condominiali di possedere cani, gatti e animali domestici.
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Monza – D’ora in poi chi mette il nome del cane sul citofono o manda la cartolina al gatto avrà una ragione in più. Un voto alla Camera giovedì ha approvato un’integrazione a un articolo del codice civile per cui “le norme del Regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali domestici”. L’Italia quindi ha adeguato un’altra parte della propria legislazione ai principi del Trattato Europeo che definisce gli animali esseri senzienti, e al Codice penale che punisce i loro maltrattamenti.

Una vittoria anche per le famiglie che vivono con quasi 20 milioni di animali domestici in una battaglia iniziata nelle assemblee condominiali e nei Tribunale, portata dalla Lav in Parlamento per una soluzione legislativa aldilà delle sentenze. Sarà dunque “vieato vietare” di tenere cani e gatti in appartamento, rendendoli di fatto residenti a tutti gli effetti. L’approvazione è stata quasi unanime (332 sì, un no e tre astenuti) e la legge ora passa al Senato.

«Questo “vietato vietare” è un nuovo, concreto passo per porre fine a una discriminazione contro chi vive con animali domestici, una battaglia che per il diritto di proprietà sulle case aveva già visto schierarsi la Giurisprudenza, ma che vedeva ancora ben organizzata un vera e proprio animalofobia da condominio – ha detto Gianluca Felicetti, presidente della Lav -. Di fatto questo nuovo principio legislativo assicura anche la fine delle cause per il passaggio nelle scale e l’utilizzo degli ascensori da parte dei quattro zampe, una pace sociale che dovrà essere rispettata da tutti, senza alcun dubbio interpretativo».
«Naturalmente – continua – rimangono tutte le forme di tutela civile e penale che l’ordinamento già prevede a favore dei terzi che concretamente subiscano un danno dall’animale (inquinamento acustico, problemi igienico-sanitari certificati, per esempio)».