Calcio Monza tra creditori e debitiRischio cause, pericolo fallimento

Assediato dai creditori. Circondato, oberato di debiti. Giusto nell'anno del centenario del Calcio Monza. Più che mai in vendita, puntualmente corteggiato e altrettanto puntualmente scaricato. L'avvocato Martin ha cambiato strategia e la crisi è conclamata. L'analisi di Giancarlo Besana.
Calcio, cuore di Monza al Brianteo immagine

Monza – Assediato dai creditori, che per probabile inadeguatezza nella traduzione dall’inglese di miss Martin diventano un neutro, eufemistico “fornitori”. Circondato, oberato di debiti. Giusto nell’anno del centenario, che meraviglioso tempismo. Il più sadico dei registi non avrebbe saputo produrre di meglio. Nelle mani esperte di quello che sostanzialmente è un curatore fallimentare, Carlo Augusto Prada, anche se nell’empirica struttura del club – di fatto acefalo – il dottor Sottile malato di fede interista va per ora considerato una sorta di garante d’un Consiglio d’amministrazione che da tempo è stato mandato a casa o se n’è andato di suo.
Più che mai in vendita, puntualmente corteggiato e altrettanto puntualmente scaricato dal ganzo di turno. Siamo sul classico sedotto e abbandonato. La “rosea” l’ha definito malato terminale, agghiacciante metafora che comunque fotografa una situazione reale della quale su queste colonne vi abbiamo riferito credo con tempestività pari all’amarezza. Sto parlando naturalmente del Calcio Monza. Finora i panni li avevamo lavati per così dire in famiglia, nel senso che i problemi della società biancorossa erano rimasti finora sostanzialmente circoscritti all’àmbito locale, la stampa nazionale ha ben altro di cui occuparsi.

Ora però l’improvviso mutamento nella strategia di comunicazione da parte di miss Martin ha fatto sì che la crisi del Monza fosse conclamata. Ha assunto una rilevanza mediatica di cui avremmo anche fatto a meno. Il “ministro degli esteri” di Seedorf aveva sempre tenuto una basso profilo, s’era mossa con estrema cautela in particolare nei rapporti con gli organi d’informazione, diciamo pure che li aveva snobbati. Ha cambiato linea, la plenipotenziara di Clarence, scegliendo la strada di incontri – sia pure volutamente informali – con gli amici giornalisti, magari convocati “per un caffè”, però a taccuini chiusi, please. Ci sono andato anch’io a uno di questi meeting: cordiale, gradevole, ma sempre in bilico tra cose dette-non dette-che dire non si possono.
Miss Martin non è venuta casualmente allo scoperto. Miss Martin cerca di parare un colpo che sa potrebbe essere fatale per i destini del Calcio Monza. Il pressing dei “fornitori” si è fatto asfissiante, pretendono legittimamente di esigere i propri crediti. La società in questo momento non può far fronte alle richieste. A Monzello si deve necessariamente temporeggiare, all’orizzonte si è profilato l’ennesimo compratore potenziale, ma affinché non si dilegui precipitosamente come fin qui avvenuto c’è l’assoluta necessità di congelare la situazione debitoria e indurre i creditori a pazientare, soprattutto a non intraprendere azioni legali a danno del club che ne segnerebbero la fine.

Sarebbe in particolare un ex membro dell’estinto Cda a pretendere da sùbito d’essere liquidato, il Nostro avrebbe già intrapreso azione legale (o si accingerebbe a intraprenderla) per ottenere le sue spettanze. Non intenderebbe attendere oltre. So che, come me, morite dalla curiosità di conoscerne l’identità. Nell’ultimo, azzerato Cda figuravano Magnoni, Rigamonti, Lombardi, Martinez, Vincelli. Con il criterio empirico dell’esclusione possiamo arrivare da soli alla probabile esatta soluzione del quiz. Ho letto da qualche parte che si tratterebbe di crediti modesti, nell’ordine delle migliaia di euro. Balle, l’identikit porta a un professionista di spessore che non maturerebbe una decisione così drastica per un pugno di euro. Spero per il bene del Monza che i “fornitori”, il Nostro in testa, accettino di procrastinare la riscossione delle proprie spettanze, in attesa che il club possa essere venduto (entro metà aprile?), risanato dal nuovo azionista, quindi in grado di onorare i debiti contratti. Trovo però subdolo il tentativo di far passare i “fornitori” per affossatori della patria calcistica.
Giancarlo Besana