Monza – La salvezza conseguita sul campo del Tradate nel penultimo turno di campionato ha come liberato la Fiamma, che leggera e micidiale ha liquidato 4-1 la Juventus nell’atto conclusivo del torneo. Chiusura col botto, un poker che ha fatto vibrare il “Sada”, e in particolare un trionfo personalissimo per Mary Gaburro, mattatrice di giornata. L’estrosa punta biancorossa ha messo a segno una tripletta spettacolare, ha colpito una traversa, ha letteralmente messo a fero e fuoco la difesa ospite. Ma tutta la squadra ha girato alla grande, a dimostrazione che le sette sconfitte consecutive incassate prima del pareggio di Tradate e della vittoria sulla Juve gridavano vendetta. Inconcepibile per una squadra così inanellare sconfitta su sconfitta, come purtroppo è accaduto in un girone di ritorno tutto da dimenticare, eccezion fatta, appunto, per le ultime due gare.
Calcio, la Fiamma è salva Ma rischia di scomparire
La situazione finanziaria del club è delicatissima e le scadenze incombono. Bisogna programmare e per farlo occorrono mezzi adeguati. Se nessuno si muove a livello di sponsor, vanno al macero quarant'anni di storia.
Lilly Paggi, coerente e a suo modo coraggiosa, ha insistito sulla linea dura nei confronti di due colonne del calibro di Cecilia Re e Paola Zambetti, confermando per entrambe l’esclusione clamorosa decisa già a Tradate. Il risultato ha dato ragione all’allenatrice, ma certamente si è trattato di una scelta né facile né indolore. Ora la frattura tra le due “ribelli” e il tecnico diventa più difficile da sanare. Da sottolineare che Cecilia Re è stata convocata in Nazionale under 19 per la fase finale degli Europei che si disputeranno in Romagna – esordio a Imola contro la Russia lunedì 30 maggio – e ha notevoli possibilità di giocare, in azzurro, da titolare. Cosa che gli è preclusa alla Fiamma. Archiviato con un sospirone di sollievo il primo campionato di A2, ora per la società monzese viene il bello, si fa per dire.
Ma la situazione finanziaria del club è delicatissima. E le scadenze incombono. Bisogna programmare il futuro. Per farlo occorrono mezzi (soldi) adeguati. Ci sono sei squadre da gestire, dai pulcini alla prima squadra, oltre cento tesserate da seguire, tecnici, medici, massaggiatori da pagare (anche se per amor di patria i medesimi spesso rinunciano ai loro già magri emolumenti o differiscono pazienti la riscossione del dovuto). Insomma, qui se nessuno si muove (sponsor cercansi) vanno al màcero quarant’anni di storia e si butta alle ortiche molto più d’un progetto sportivo. Un progetto socio-educativo di grande respiro rischia di abortire malinconicamente.