Monza – La facciata del duomo cade a pezzi. Gli ultimi blocchi di marmo si sono staccati solo pochi giorni fa, ma gli episodi non sono purtroppo ormai un evento raro. Il violento nubifragio dello scorso 5 agosto e i forti temporali che si abbattono sulla città in questa strana coda d’estate non hanno risparmiato uno dei monumenti simbolo della città, logorato dal maltempo e dal trascorrere dei secoli. Per questo motivo l’arciprete, monsignor Silvano Provasi, ha voluto correre subito ai ripari, per cercare di porre rimedio a una situazione che ormai non può più essere rimandata.
Fortunatamente fino ad oggi nessun passante si è fatto male, i frammenti di marmo staccandosi sono sempre caduti perpendicolarmente alla facciata, andando a schiantarsi al suolo a pochi centimetri dalla facciata stessa, riducendo così al minimo la possibilità di colpire qualche pedone. Questo perché la facciata stessa sporge in avanti di 15 centimetri circa, una particolarità strutturale che ha impedito che i frammenti di marmo potessero cadere nel mezzo del sagrato. Inoltre (caso o Provvidenza) i distacchi dalla facciata che si sono verificati fino a oggi sono avvenuti tutti durante le ore notturne, complice probabilmente lo sbalzo di temperature tra il giorno e la notte che ha facilitato l’allargarsi delle crepe.
La situazione però era arrivata al limite e così da lunedì la base della facciata della basilica dedicata a san Giovanni Battista è stata “fasciata” con dei pannelli di legno per proteggere i passanti da eventuali altri crolli, ma soprattutto per permettere ai tecnici di procedere ai sopralluoghi necessari prima dell’intervento di restauro vero e proprio. A tre anni dal termine dei lavori di consolidamento della struttura della torre campanaria, che si sono conclusi nel 2008, la basilica monzese si trova a dover affrontare una nuova spesa.
L’intervento programmato, dal costo di mezzo milione di euro, sarà di tipo conservativo, non si andrà dunque a sostituire la parti crollate con nuove porzioni di marmo, ma si procederà al consolidamento e alla messa in sicurezza di quanto è ancora presente. A cadere al suolo, sotto il peso dei secoli, dello smog e del naturale deterioramento sono soprattutto gli elementi decorativi della parte di ornato più alta: cornici, ornamenti vegetali, ma anche colonne danneggiate dalle crepe e ciuffi di sterpaglie cresciuti indisturbati negli anfratti nascosti della facciata.
Sarah Valtolina