Monza – Trentatré tappe per 350 chilometri sulle orme di sant’Agostino. Si sono dati appuntamento nel cortile del santuario delle Grazie i quaranta pellegrini arrivati da Rocca de Baldi a Crava, frazione di Cuneo, per affrontare per la prima volta l’intero percorso della Rosa. Suddivisi in cinque gruppi da otto i pellegrini, partiti lunedì sotto un cielo grigio che minacciava pioggia, termineranno l’intero tragitto domani. Per poter coprire tutto il percorso, infatti, hanno scelto di darsi il cambio in una vera e propria staffetta, riuscendo quindi percorrere il tratto brianzolo, quello milanese e il ramo genovese in soli cinque giorni.
A guidarli c’era il loro parroco, don Antonio Manassero, che insieme ai suoi parrocchiani si è fatto timbrare la credenziale al santuario dei frati, primo dei ventotto timbri che collezioneranno alla fine del pellegrinaggio. «Siamo abituati a camminare – ha raccontato il sacerdote – utilizzando il metodo della staffetta siamo stati a Lourdes, Santiago e sulla via francigena». Tra i quaranta camminatori anche pellegrini decisamente maturi come la settantottenne Maria, la più anziana del gruppo.
Al gruppo cuneese, che dopo una breve preghiera in santuario ha imboccato l’ingresso del parco per iniziare il cammino, si sono aggiunti anche tre pellegrini che il percorso di sant’Agostino lo conoscono bene. Sono Ildefonso Sala di Macherio, Ercole Pozzi di Renate e Serafino Redaelli di Cassago. Loro, insieme ad altri trenta pellegrini hanno inaugurato, l’anno scorso, il primo tratto del cammino: le venticinque tappe del fiore della Rosa brianzola.
Hanno accompagnato i pellegrini piemontesi solo per la prima tappa, per una ventina di chilometri fino a Rancate. «Lo facciamo per tenerci in allenamento dal momento che sabato affronteremo per la prima volta il gambo genovese, da Genova a Milano: 150 chilometri per cinque tappe», spiega Ildefonso.
Nato un paio di anni fa, il cammino di sant’Agostino è ancora un itinerario in costruzione. Saranno infatti proprio Ildefonso, Ercole, Serafino insieme agli altri pellegrini che posizioneranno i cartelli con il simbolo della cintura mariana lungo il percorso nel tratto genovese. «Questo pellegrinaggio è davvero molto bello, ma presenta ancora molti problemi soprattutto per quanto riguarda le strutture d’accoglienza. Il fatto però che arrivino pellegrini anche da fuori Brianza significa che il cammino sta iniziando a farsi conoscere», ha commentato soddisfatto Renato Ornaghi, tra i fautori del cammino.
Sarah Valtolina