Monza – Asili nido e baby sitter: ecco cosa vogliono le donne per lavorare di più e fino a 67 anni, rinunciando così al “lavoro” di nonne. Se ci fosse un ticket sociale, vale a dire un contributo per servizi sociali e famigliari venendo così incontro alle esigenze di conciliazione, i lombardi lo vorrebbero impiegare per il welfare dedicato alla cura dei figli (oltre il 60%), più che ad una badante (4,7%), che a quell’età potrebbe servire.
Del resto la conciliazione tra casa e lavoro è già oggi difficile: anche se rispetto alla media europea dell’occupazione femminile (58,2%), l’Italia è penultima (46,1%), appena prima di Malta, fanalino di coda della classifica (con 39,3%).
Per circa il 10% delle imprese in Lombardia la donna che lavora e che “tiene famiglia” è meno produttiva. Solo il 16,3% degli imprenditori crede che non ci siano ripercussioni sulla resa lavorativa, mentre a venire incontro alle lavoratrici, attraverso politiche di conciliazione, sono le imprese lombarde che scelgono di concedere il part-time (32,6%) e/o di garantire maggiore flessibilità in termini di orario (35,3%). E’ quanto emerge dall’indagine “Conciliazione e lavoro” realizzata dall’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza.
E per ovviare a questa situazione, potrebbe arrivare a sostegno di madri e famiglie il Ticket di conciliazione, un voucher da destinare ai servizi di cura e assistenza alla persona, dalla baby sitter alla badante, passando per la colf tuttofare. Il 43,7% dei lombardi utilizzerebbe un ticket per pagare la retta dell’asilo nido. La baby sitter è invece il servizio che il 19% dei lombardi “acquisterebbe” attraverso il ticket, in particolare a Milano (dove la percentuale raggiunge il 27%).
Anche i lavori domestici sono un “problema” che potrebbe essere gestito dal ticket di conciliazione per il 17,5% dei lombardi, con una colf tuttofare per la cura della casa. A Monza e Brianza il servizio di colf è più richiesto rispetto alla media lombarda (il 24,6% contro 17,5%), anche se la prima necessità resta comunque l’asilo nido (38,6%).