Monza – L’ammezzato del teatro Manzoni mercoledì 11 aprile verrà dedicato a Emanuele Banterle, direttore artistico dal 1993 al 2011, anno della sua morte. La cerimonia non si fermerà al semplice scoprimento di una targa, ma diventerà una serata palpitante e discreta insieme che farà rivivere con testi e musica la passione profonda dello scomparso: il teatro. Ne hanno dato l’annuncio l’assessore alla cultura Alfonso Di Lio, il presidente di Scenaperta, Luca Magni, il presidente del teatro di Monza, Gian Mario Bandera e Luca Doninelli, il nuovo direttore artistico del Manzoni che prenderà il testimone lasciato da Banterle.
Sul palcoscenico ci saranno amici che lo conobbero sul campo: gli attori Franco Branciaroli, Lucilla Morlacchi e Andrea Soffiantini, Franco Palmieri, i musicisti Walter Muto, Carlo Pastori e Suela Mullaj. Condurrà la serata Riccardo Bonacina, direttore di ”Vita”, anche lui grande amico di Banterle. Naturalmente l’ingresso è libro fino ad esaurimento di posti (prenotazioni: letizia@teatromoanzonimonza. it; 039386500).
«Sarà una serata semplice, discreta, come sarebbe piaciuta a lui», questo il commento di Gian Mario Bandera, il braccio destro, altretttanto schivo e operoso, di banterle. ”Ripercorreremo le tappe lavorative e leggendo e ascoltando le cose che più gli piacevano”. Brani di Testori, Eliot, Milosz, Euripide, Brecht, Mounier, Giussani, testi inediti dello stesso Banterle si susseguiranno altenrandosi a canzoni e musiche di violino, immagini e fotografie di scena, testimonianze. Al centro la sua persona, affrontata secondo tre aspetti: il regista, l’organizzatore e direttore di compagnia, l’uomo, sia quando era in salute, sia quando la malattia lo affliggeva.
L’assessore Alfonso Di Lio conobbe Banterle già negli anni Ottanta, quando rivestiva il ruolo di collaboratore del teatro Manzoni. Si è dato da fare personalmente per intitolargli un pezzetto di Monza. Ma via e piazze, per legge, si possono dedicare solo dopo 10 anni dalla morte del soggetto meritevole. Così si è aggirato l’ostacolo ricorrendo alla targa nel teatro. «Raramente ho incontrato nella mia attività di amministratore pubblico – ha detto l’assessore – una persona che riassumesse in se tre doti: capacità amministrativa, intelligenza superiore e bontà d’animo». Gli ha fatto eco Luca Magni, presidente di Scenaperta, che già ebbe modo di apprezzare le doti di Banterle tra il 1995 e il ’98, quando ricoprì l’incarico di assessore alla cultura.: «Ha fatto crescere il teatro Manzoni, il suo pubblico, la città di Monza».
Della stessa lunghezza d’onda il giudizio di Luca Doninelli, il successore di
Banterle: «Premetto che era il mio migliore amico, e quindi il mio parere potrebbe sembrare di parte. In realtà non sono per niente l’unico a dire quello che sto per dire. Emanuele conosceva il teatro a tutto tondo: conosceva i singoli aspetti, dal macchinista al direttore di scena, e sapeva valutare l’insieme, compensi compresi. Come intellettuale, regista e produttore sapeva abbinare alla valutazione amministrativa un lucido giudizio estetico. La sua morte è una grave perdita per il teatro italiano».
Antonello Sanvito