Artigianato brianzoloLezioni di giapponese

Fino al 9 aprile all'arengario di Monza Artigianarte 2012 con Task, ovvero Traditional arts super college of Kyoto, i cui studenti hanno rielaborato l'antichità per dare vita ad una “nuova tradizione”. Dal 1983 la più importante scuola di artigianato del Giapppone.
Artigianato giapponese a LissoneIl Sol Levante di Task al museo

Monza – «Storia, tradizione, tecnica, valori estetici ed innovazione. Un concentrato di valori tangibili e valori intangibili». Grandi le aspettative che si propone Artigianarte 2012 e butta tutto sulle spalle della mostra di arte giapponese, che da martedì e fino al 9 aprile ha aperto i battenti al palazzo dell’arengario. L’esposizione è assimilabile ad uno Stargate: è un viaggio nel mondo e nel tempo, al di là dei confini che noi umani tocchiamo con mano. Non si tratta di una semplice mostra di ceramiche, oggetti in legno, in vetro, in metallo o in carta (aspetti solo visibili e a tratti superflui, sembra qualcuno voglia dire), ma c’è molto di più.

Un manufatto d’artigianato può cambiare lo spazio in cui si colloca e può determinare lo spazio circostante, persino un luogo pubblico quale un palazzo storico (e una sana preoccupazione per le sorti del palazzo dell’arengario sale). Ma allora, andando oltre e lasciando da parte gli aspetti esteriori, esterni ed effimeri, ci si può avvicinare, non senza un sano timore reverenziale, all’arte giapponese. Dopo aver compiuto il primo passo attraverso lo Stargate, si apre un nuovo mondo. Ma senza guardie con testa di aquila e strani faraoni con manie di protagonismo. Un volo diretto Monza – Kyoto, l’antica capitale del Giappone, dalla quale giunge tutto il meglio (non ne abbia a male Tokyo) della produzione manuale giapponese: oggetti unici, scalpellati fin nel minimo dettaglio da laboriosi artigiani, perfetti nella loro umiltà e per questo di immenso valore. Ma se la mente aveva subito evocato immagini di anziani seduti su bassi sgabelli dondolanti in scarpe rotte, ecco questo è un inganno.

Questi lavori nascono dalle mani dei giovani studenti della scuola Task, Traditional arts super college of Kyoto, che hanno rielaborato l’antichità per dare vita ad una “nuova tradizione”. Perché è questo che sta alla base di questo innovativo percorso di studi (ma d’altronde in cosa i giapponesi non sono innovativi?). Dal momento che l’artigianato non fa molta presa in questo mondo di netbook e auricolari, l’unico modo per ridonargli verve è attualizzarlo. Così prendi la ceramica, aggiungici il marketing, mescola con studi di progettazione et voilà. Dal 1983 la più importante scuola di artigianato del Sol Levante. E questo è il fil rouge della manifestazione. Rivesti il bamboo, modernizza la lacca, decora il legno urushi e, vedi, come entrano in sintonia con le tendenze del mercato e diventano fascinosi complementi d’arredo.

«Questa mostra rappresenta un punto importante a salvaguardia dei prodotti di artigianato d’eccellenza: botteghe e saperi che si tramandano in tradizioni millenarie, ma che nella nostra epoca rischiano di sparire – commenta Gabriele Radice, Art director di Mia ente mostre – L’obiettivo di questo progetto è anche dare un’immagine diversa del Giappone rispetto a quella che emerge sempre su alcuni temi (la tecnologia, la modernità, i manga, i videogiochi e mode come il cosplaying). Qui si parte da un punto di vista estremamente tradizionale per rivisitarlo». Insomma, un grande classico. Ha mai tradito la combinazione moderno e tradizione?
Francesca Lanzani