Arcore – Catenacci alle porte per scoraggiare ladri e rapinatori, anche se il negozio è ancora aperto al pubblico. È la decisione estrema di una commerciante di Arcore che, dopo l’ultima rapina, dice di non sentirsi più sicura. È Flavia Fontana, titolare della storica merceria di via Isonzo, passata di madre in figlia fino ad oggi e molto frequentata. In pieno centro, a due passi da via IV Novembre e dalla biblioteca civica, il negozio non è certo in periferia, eppure negli ultimi due anni è finito per due volte nel mirino dei balordi e il risultato è una catena massiccia che tiene serrata la porta dall’imbrunire fino all’orario di chiusura. Il cliente è avvisato: per entrare deve sbracciarsi un po’ davanti alla porta a vetri e la titolare si precipita ad aprire il lucchetto.
«Dopo l’ultima rapina -spiega la donna- sono diventata un po’ ansiosa. Appena si avvicina il tramonto inizio ad agitarmi temendo che qualche rapinatore torni a visitarmi con la pistola in mano». Il colpo di cui parla la Fontana è accaduto qualche settimana fa, quando un uomo con in testa un passamontagna nero e armato di pistola ha fatto il suo ingresso tra pizzi e passamanerie.
«Ho sentito solo che mi chiedeva i soldi -racconta Fontana- ma in quel momento non so cosa mi è preso. Ho afferrato il metro di legno che uso in negozio e ho iniziato a bastonarlo. Dove colpivo colpivo. Devo averlo preso a un braccio perchè a un certo punto la pistola è caduta a terra rompendosi in due pezzi e lui a quel punto è scappato. Figuriamoci se gli do i soldi: mi faccio un mazzo così dalla mattina alla sera per dare lo stipendio ai malviventi? Che andasse a lavorare ».
La paura, come spesso accade, è arrivata dopo, anche se l’arma rimasta sul pavimento del negozio è risultata un giocattolo. «Adesso ho l’ansia – ammette Flavia Fontana- sto pensando di fare installare una porta con il pulsante per l’apertura». Neanche si trattasse di una gioielleria, verrebbe da dire. Se non fosse che colpi ai danni dei negozi cittadini non sono rari. Per lo più però si tratta di furti.
L’ultimo a finire nel mirino è stata la Profumeria Simona di via Casati, sotto i portici. Le titolari hanno dovuto rifornire gli scaffali per far fronte rapidamente al danno. «Non vogliamo dire nulla», hanno detto, visibilmente scosse. Durante l’inverno, bersaglio dei ladri sono stati anche i commercianti della zona di via Manzoni: la pizzeria Civico 51 e lapanetteria di via Cavour da dove sono spariti un maxischermo e generi alimentari. «Abbiamo più paura oggi che in passato -commentano dal negozio di ottica e gioielli Migliorini di via Casati- basti dire che a capodanno, con le facce che circolavano, abbiamo abbassato la saracinesca in fretta e furia prima delle 17 e siamo andati a casa».
Valeria Pinoia