Approvato il nuovo pgt di ArcoreMaggioranza divisa, Sel dice no

Approvato il piano regolatore di Arcore. Ma non senza polemiche, visto che la sinistra, che aveva simbolicamente conquistato il Comune dove risiede Silvio Berlusconi, si è divisa sul documento urbanistico: Sel ha votato contro e il suo esponente in giunta potrebbe anche andarsene.
Tre abbandoni per una giuntaEcco chi ha lasciato la Colombo

Arcore – Si preannunciavano scintille ed è stato un gran finale con i botti (nella più classica tradizione di fine anno); non senza coup de théatre, al termine di una seduta di consiglio cominciata alle venti e chiusa all’una e un quarto. Infine, è stata fumata bianca: habemus pgt. Il documento urbanistico targato Rosalba Colombo passa l’adozione. Votano contro i consiglieri di opposizione (che lasciano l’aula nel tentativo di far cadere il numero legale) e il capogruppo di Sel Daniele Penati. Si astiene Rifondazione, con l’alzata di mano di Gianmario Cazzaniga.

I sì sono sei e arrivano dal Pd e dalla civica. Lo strappo di Sel (che necessariamente comporta una riflessione sugli equilibri di maggioranza) si consuma al secondo intervento di Penati. Non che non fosse già stato ampiamente annunciato da Sel (che in giunta è rappresentata da Maurizio Bedendo) e dal volantino diffuso la settimana scorsa con tutti i no al pgt. Cosa che Penati rimarca, per poi aggiungere: «Questo pgt è una continuazione di ciò che c’era già. Diciamo no al centro sportivo su un’area sensibile, no a costruire sul tennis. Esprimiamo voto contrario per verificare la volontà del sindaco di concludere l’iter con l’intera maggioranza».

Segue un silenzio di ghiaccio e di facce tese. La seduta è sospesa e si passa alla conta. Da PopArc Ambrosini lancia un guanto di sfida e chiede a chi è veramente contrario di lasciare l’aula, così che il documento non venga adottato per mancanza del numero legale (all’inizio erano usciti per incompatibilità Fabrizio Confalonieri, Giovanni Bugatti e Claudio Bertani). Ma si alzano solo i due consiglieri leghisti, i due del Pdl e lo stesso Ambrosini. Che nella fase di discussione aveva già dato fuoco alle polveri scagliandosi contro il «silenzio», lo «scarso entusiasmo», le «difese d’ufficio», a suo parere dimostrati dai consiglieri di maggioranza (fino a quel momento, va detto, era intervenuto solo Carlo Zucchi).

Frasi che non hanno mancato di destare le vivaci proteste dagli scranni del centrosinistra. E durante i loro interventi, Maria Rosa Brioschi («è un progetto per il paese, non un piano per i lavori pubblici»), Angelo Vailati («personalmente ho perplessità sul pgt ma la civica a maggioranza dice sì»), Fidelis Etim («sul discorso del centro sportivo non si considerano mai i problemi di viabilità») hanno risposto alla provocazione, definendole parole inaccettabili. Lo ha fatto anche Gianmario Cazzaniga della Federazione delle sinistre, che si è poi astenuto, avanzando grossi dubbi sia sul parco sportivo, sia sul trasferimento del tennis e per il piano delle regole.

Dall’opposizione è arrivato il giudizio «fortemente negativo» di Attilio Cazzaniga per il Pdl («la cementificazione prosegue per la sua strada»); idem la Lega Nord. Nel suo discorso, Edoardo Radaelli (il primo a intervenire, esordendo con «non mi interessano i giochi politici») rileva punti critici tra cui anche il centro sportivo.
Letizia Rossi