Giussano – Non si conosce ancora se il centro culturale islamico riaprirà o resterà chiuso per sempre. Mentre si attende il pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale davanti al quale pende il ricorso dell’associazione Daawa contro il Comune, non si sono ancora sciolti i dubbi sulla chiusura (o riapertura) della moschea di via Cavour a Giussano. Sono diverse le indiscrezioni sull’associazione islamica: i locali del civico 85 che dal luglio 2010 ospitano le attività del centro mussulmano sono stati chiusi a causa di problemi interni.
Sembrerebbe che alcuni degli iscritti siano ai ferri corti con l’iman Seibou Maman. A scatenare la lotta intestina all’interno della diverse etnie è una disputa relativa alla gestione economica, che per alcuni non è trasparente né condivisa con nessun organo del sodalizio stesso. Durante il mese del Ramadan alcuni soci, che pagano una quota associativa, hanno chiesto all’iman chiarimenti proprio su come vengano gestiti i soldi e si sono anche recati in Comune per chiedere delucidazioni su come dovrebbe essere gestita un’associazione simile.
Quella che gestisce il centro culturale islamico non avrebbe un vero e proprio consiglio di amministrazione né un bilancio né un’assemblea dei soci. Durante il mese del digiuno e della preghiera, i “dissidenti”contestatori pare che siano stati espulsi e non sono stati ammessi nei locali, sede del sodalizio. In un paio di casi si era reso necessario l’intervento dei carabinieri e la Polizia locale ha tenuto monitorata la situazione per tutto il mese. Nei giorni è apparso un cartello sulla porta,con una scritta in arabo di protesta contro la chiusura di un luogo destinato alla preghiera dei musulmani.
Federica Vernò