Accolta l’istanza di scarcerazionePonzoni, Natale da uomo libero

Natale in libertà per Massimo Ponzoni: dopo 11 mesi trascorsi tra il carcere e gli arresti domiciliari l'ex assessore regionale del Pdl è tornato libero. L'ha saputo mercoledì pomeriggio quando gli è stato comunicata la decisione dei giudici che hanno accolto l'istanza dei suoi difensori.
Accolta l’istanza di scarcerazionePonzoni, Natale da uomo libero

Monza – Natale in libertà per Massimo Ponzoni: dopo 11 mesi trascorsi tra il carcere (6) e gli arresti domiciliari (5) l’ex assessore regionale del Pdl è tornato libero. L’ha saputo mercoledì pomeriggio quando gli è stato comunicata la decisione dei giudici che hanno accolto l’istanza dei suoi difensori.

Al momento ignota la motivazione della decisione. Nel frattempo è proseguito il processo che lo vede imputato per l’accusa di essersi fatto versare 310mila euro e poi altri 295mila per le spese delle sue campagne elettorali dall’imprenditore bergamasco Filippo Duzioni interessato a fare realizzare due centri commerciali a Desio e Giussano.

Durante l’udienza è stato sentito come testimone Natale Marrone, cinquantenne di origini sicialiane residente a Cesano Maderno, arrestato nel 2010 durante l’operazione contro la ‘ndrangheta ‘Infinito’ e poi scarcerato perché indagato per reati minori (porto d’arma da fuoco, accusa pe la quale è stato assolto, e ricettazione di un rimorchio reato per il quale è stato condannato a 3 anni di reclusione.

Marrone è stato sentito alla luce di un particolare episodio raccontato da un altro testimone del processo, Angelo Cattaneo, socio di Ponzoni in una sua immobiliare che ancora amministra. Cattaneo aveva raccontato che Marrone aveva versato 250mila euro a un’immobiliare di Ponzoni per acquistare un appartamento che tuttavia non ebbe mai. Chiese conto della cosa a Cattaneo il quale chiamò l’ex socio e ora accusatore di Ponzoni Sergio Pennati dicendogli: «se Ponzoni non sistema la cose non vado io da lui, ma gli mando qualcun altro».

Una minaccia che in aula Marrone ha smentito: «Volevo indietro i miei soldi ma non ho mai minacciato Ponzoni. Feci un contratto preliminare di compravendita perchè mi fidavo di Cattaneo che per me è come un secondo padre». Marrone ha poi negato di aver prestato soldi a Ponzoni: «Perché avrei dovuto?». Uno degli assegni di Marrone sarebbe andato sul conto corrente della nonna di Ponzoni, ma a Marrone non risulta: «l’avranno girato – ha detto – Con Ponzoni ho solo un rapporto di conoscenza».

Tra io testimoni anche l’ex assessore comunale monzese Giovanni Antonicelli, in affari con Ponzoni in quanto titolare di un’azienda di tinteggiature e nell’ambito della realizzazione di alcuni immobili. «Con Ponzoni – ha detto Antonicelli – ci ho perso 400mila euro.»