La luna di miele tra il Governo Draghi e un Paese reale che lo aveva accolto colmo di sincera speranza è forse terminata. L’atto conclusivo è probabilmente andato in scena martedì a Roma, tra le manganellate inferte alle partite Iva che, giunte da tutta Italia, si erano radunate per manifestare la loro disperazione. Un episodio doloroso. Perché, a prescindere da eccessi ingiustificabili, non si può fare a meno di notare che se i manganelli di Stato sono costretti ad abbattersi su un corteo che reclama pane e lavoro, questo significa che la sofferenza è tanta. Troppa. Qualcuno dovrà farsene carico, se il termine democrazia vuole avere ancora un senso. Ciò detto, se da un lato non si può non simpatizzare con le ragioni di chi protesta per norme sovente assurde, d’altro canto è doveroso fugare i dubbi di chi annovera tra i colpevoli coloro che quelle norme sono obbligati a farle rispettare: gli uomini delle Forze dell’ordine. Sotto quelle divise non ci sono, infatti, aguzzini compiaciuti, ma padri di famiglia che, per portare a casa a fine mese stipendi spesso miseri, sono in questo momento costretti a reprimere, controllare e multare (magari in virtù di provvedimenti che neppure condividono) onesti lavoratori che soffrono e, talvolta, di fronte a loro piangono. Ecco, chi ritenesse che questo possa essere facile (o piacevole) sarebbe fuori strada. Totalmente
A Ruota Libera, l’editoriale del direttore: la sofferenza dei controllati (e dei controllori)
La luna di miele tra il Governo Draghi e un Paese reale che lo aveva accolto colmo di sincera speranza è forse terminata.