A Ruota Libera, l’editoriale del direttore: la “nuova normalità”? Non divenga… normale

L’annunciato cambio di passo che il Governo Draghi avrebbe dovuto portare con sé, al momento, sembra rimanere sulla carta. Nella realtà, infatti, ben poco sembra essere cambiato.
Il direttore del Cittadino Cristiano Puglisi
Il direttore del Cittadino Cristiano Puglisi

L’annunciato cambio di passo che il Governo Draghi avrebbe dovuto portare con sé, al momento, sembra rimanere sulla carta. Nella realtà, infatti, ben poco sembra essere cambiato. Gli italiani e ancor più i lombardi e i brianzoli hanno avuto in dono, in vista della prossima Santa Pasqua, un uovo con all’interno la solita e sgradita sorpresa: le restrizioni.

Il Cittadino ha raccolto in questi giorni le impressioni delle categorie più colpite: esercenti e famiglie. L’impressione che emerge, in generale, è quella di un tessuto sociale stremato. Ecco perché preoccupano le raccomandazioni contenute in un nuovo rapporto redatto da Inail, Iss, Aifa e Ministero della Salute, che spiegano che anche chi è vaccinato, se esposto a un contatto a rischio “deve adottare le stesse indicazioni preventive valide per una persona non sottoposta a vaccinazione, a prescindere dal tipo di vaccino ricevuto, dal numero di dosi e dal tempo intercorso dalla vaccinazione”.

Affermazioni angoscianti perché il rito vaccinale, per avere un senso, deve avere un epilogo obbligato: il ritorno alla vita normale. E non, invece, la permanenza in quell’incubo che, con un linguaggio da distopia orwelliana, è definito “nuova normalità”. Anche perché, se l’uomo è un animale sociale (e lo è), di normale (e di umano), nel cosiddetto “distanziamento”, non c’è davvero nulla.