Circa un mese fa scrivevo, da queste colonne, che il tifo calcistico è uno di quei fattori in grado di consolidare il senso di appartenenza a un territorio. Si parlava, tra le altre cose, della scalata alla Serie A del Monza, poi sfumata. Ebbene, se per i biancorossi la festa è necessariamente rinviata, non così è stato per un’altra squadra brianzola, il Seregno, che con una storica promozione in Serie C conquistata lo scorso fine settimana, dopo un’annata strabiliante tra i dilettanti, ha portato a tre le società della provincia monzese impegnate nel calcio professionistico.
Un numero che pochi altri territori possono vantare: Milano, Torino, Genova, Napoli e Modena. Roma si ferma invece a due. E se questo dato è anche il riflesso, in un certo senso, dello stato di salute socio-economica di queste comunità (per portare una squadra ad alti livelli servono sempre investimenti importanti e, quindi, serve anche la presenza di investitori che abbiano la forza e la voglia di farli), ce n’è quanto basta per essere, una volta di più, fieri di appartenere a un’area, la Brianza, che si conferma trainante, ora anche dal punto di vista del pallone.
Che in Italia, non bisogna dimenticarlo, è pur sempre una religione. Nel cui tempio, adesso, sono entrati a pieno titolo anche i ragazzi del Seregno e il loro vulcanico presidente Davide Erba. Che dire? Solo una cosa: chapeau.