Non sembra vero, ma è ormai trascorso un anno da quando ha avuto inizio la mia avventura nel ruolo di direttore responsabile de
Il Cittadino.
Un anno tosto, durante il quale ho dovuto apprendere velocemente parecchie cose e, almeno nei primi mesi, senza neppure avere un contatto fisico con una più che discreta porzione di colleghi, causa pandemia. Tutto questo nel mezzo di un cambio di proprietà, di sede, di organizzazione del lavoro, di parte dei fornitori e, da ultima, di una crisi delle materie prime che ha coinvolto anche la carta.
Fattori di cambiamento che non hanno scalfito il percorso di una testata che, pur nel solco della sua tradizione, si è rinnovata, riuscendo nel contempo a cavalcare la tigre del Covid, con la transizione verso un modello produttivo “smart” non più emergenziale ma strategica.
Se questo è stato possibile, naturalmente, è merito di tante persone: in primis dell’editore, Davide Erba, che ci ha concesso la sua fiducia; dei collaboratori e della redazione, dalla quale ho imparato molto; di una vulcanica squadra commerciale, diretta da Fabio Latella; dei grafici e del personale amministrativo, che non hanno mai mollato di un centimetro.
La strada verso il futuro de
Il Cittadino
pare, dunque, definitivamente imboccata e, con l’anno che verrà, non mancheranno le sorprese: il bello, come si dice in questi casi, deve ancora venire. Buon 2022.