Raj Rajaratnam esce di prigione e va a caccia del suo prossimo grande affare

Sono passati tre anni da quando l’ex magnate degli hedge fund è stato rilasciato dalla FMC Devens, una struttura medica a ovest di Boston dove, tra l’altro, ha scontato la pena per aver gestito una truffa Ponzi, Nicholas Cosmo, nota anche come “mini-Madoff”.

Rajaratnam, da parte sua, non vuole confermare se è ancora milionario. Ridacchia e confessa di trattare diverse valute come pesos, lire e rupie. A Synanon Rajaratnam cerca prospettive di investimento con la sua piccola forza lavoro. Secondo lui, fa affari nel settore immobiliare e nel mercato azionario.

Nulla di questa struttura poco appariscente potrebbe far pensare che Rajaratnam stia facendo ritorno, forse in più di un modo, dopo essere stato soprannominato “affondato dall’avidità” e “diretto verso la prigione” dal New York Post 11 anni fa. Le sue nuove circostanze rappresentano certamente un miglioramento. Tuttavia, sono straordinariamente sottovalutate per Raj-Raj, un ricco uomo d’affari che è salito alla ribalta come l’equivalente di Ivan Boesky della sua epoca. 

Rajaratnam lavora a un funzionale tavolo con ripiano in vetro che sembra provenire da Ikea qui alla Synamon Global LLC. Dietro di lui, una borsa di pelle viene gettata sul pavimento di legno biondo. La sua enorme scrivania ricurva era piena di schermi di computer ai tempi d’oro del suo multimiliardario Galleon Group LLC, che monitorava i mercati internazionali. Un estintore rosso è vicino e un arazzo beige è appeso a una delle pareti bianche. L’acquario della sala da lavoro adiacente potrebbe aver bisogno di una pulizia.

I procuratori sostengono che abbia utilizzato illegalmente conoscenze interne per negoziare azioni di società come Goldman Sachs Group Inc, Google, Intel Corp. e Hilton Worldwide Holdings, attingendo a una rete di informatori che copriva ampie fasce dell’America aziendale. Il punto di vista dei procuratori federali era molto diverso.

Rajaratnam sta utilizzando la sua fortuna per diverse iniziative umanitarie, proprio come Michael Milken, un’icona degli anni Ottanta dell’avidità e del bene, che ha recuperato con successo la sua reputazione ed è stato riaccolto dall’élite imprenditoriale globale. Rajaratnam sostiene ora di non voler ripetere il processo. Ma di recente ha fatto spesso questa affermazione in interviste con i media e nel suo libro pubblicato a dicembre, “Uneven Justice: The Plot to Sink Galleon”.

Rajaratnam è stato definito da funzionari governativi “una forza miliardaria di inganno e corruzione a Wall Street”. L’attività di trading ha comportato 72 milioni di dollari di guadagni o perdite evitate, ovvero circa 10 milioni di dollari per ogni anno di detenzione. 

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA A PAGAMENTO
Editoriale il Cittadino Srl e la testata Il Cittadino non si assumono alcuna responsabilità per il testo contenuto in questo publi-redazionale (che è realizzato dal cliente) e non intendono incentivare alcun tipo di investimento.