Persiste la lotta per la riserva d’oro venezuelana da 2 miliardi di dollari, con Londra che si schiera con il candidato dell’opposizione Juan Guaido

Il dramma dell’oro venezuelano nascosto nelle strutture della Banca d’Inghilterra sembra volgere al termine.

L’Alta Corte di Londra ha stabilito che le 31 tonnellate d’oro appartengono a Juan Guaido, il candidato dell’opposizione. Egli ha proposto un nuovo governo nel Paese nel 2019.

Secondo la sentenza, a causa dell’accettazione da parte dell’amministrazione inglese di Guaido come presidente ad interim del Venezuela, sono state trascurate le decisioni del Tribunale Supremo della nazione, che ha respinto il diritto di Guaido di gestire questo oro.

Il gruppo di Guaido ha visto questo come un successo e un “passo avanti verso la sicurezza delle riserve auree nazionali del Venezuela per il bene dei cittadini venezuelani”.

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Ma l’amministrazione del presidente Maduro intendeva impugnare il verdetto, definendolo una “sentenza sfortunata”. Anche con questa sentenza, Guaido non può spostare l’oro finché la situazione non sarà affrontata completamente.

I processi che hanno coinvolto la confisca dell’oro in seguito alla richiesta di Guaido, così come l’intero conflitto giudiziario tra le due amministrazioni parallele della nazione, hanno sollevato preoccupazioni sulla fiducia che le terze parti possono avere quando i beni sono conservati in nazioni estere.

La decisione finale avrà anche un impatto sul modo in cui lo Stato britannico deciderà in future controversie giudiziarie riguardanti il governo.

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