Dopo la notizia che sette delle più grandi aziende di mining utilizzano la stessa energia che viene consumata nella sola Houston, vari organi del governo hanno chiesto vi vederci chiaro, chiedendo alle agenzie federali di indagare sui consumi energetici dell’industria delle criptovalute.
La senatrice statunitense Elizabeth Warren insieme ad altri 5 ha scritto in una proposta pubblicata venerdì, che i risultati della loro indagine, che ha raccolto informazioni da sette aziende di mining tra cui Riot, Bitdeer, Stronghold e Marathon, sono “preoccupanti”.
Secondo il report, i consumi stimati sono di circa 1.045 MW.
“I miners consumano non solo tanta energia, ma stanno diventando anche fonte di emissione di tanta co2”. Queste alcune delle parole racchiuse nel report.
Il Bitcoin Mining Council (BMC), una lobby, ha dichiarato a maggio che i centri di mining “non sono così diversi” dalle infrastrutture introdotte o gestite da Google, Meta, Amazon, Apple e Microsoft. Sempre secondo uno studio condotto dalla BMC, il settore minerario di Bitcoin ha utilizzato, nei primi 3 mesi di quest’anno, per il 58 % solo energie rinnovabili.
Il Senato dello Stato di New York ha approvato a giugno una proposta di moratoria per il mining di criptovalute, che potrebbe precludere nuovi sviluppi per le piattaforme minerarie proof-of-work che utilizzano fonti di energia a base di carbone.
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