L’impatto degli indicatori chiave di Powell sul percorso dei tassi della Fed

Per rispondere rapidamente ai nuovi dati, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha messo in evidenza diversi indicatori economici significativi nel delineare le sue opinioni sulla politica monetaria.


Secondo le risposte fornite dagli economisti a un sondaggio condotto da Bloomberg, l’indice dei prezzi al consumo è il più importante, seguito dal sondaggio dell’Università del Michigan sulle aspettative di inflazione.


Due terzi degli intervistati hanno indicato l’indice dei prezzi al consumo (CPI) come l’indicatore più importante. Nel sondaggio del Michigan sui titoli a 5-10 anni, la maggior parte degli intervistati ha indicato l’inflazione attesa come l’indicatore più importante o il secondo più importante.


Powell ha citato entrambi, oltre all’indice delle aspettative comuni di inflazione della Fed, a giugno per giustificare la decisione tardiva della banca centrale di aumentare i tassi di 75 punti base, il più grande aumento dal 1994. Il sondaggio preliminare condotto dall’Università del Michigan si è rivelato in qualche modo fuorviante, in quanto l’indagine finale ha rivelato che le aspettative inflazionistiche erano più basse di quanto inizialmente ritenuto.


Si prevede che la Fed aumenterà i tassi di interesse di altri 75 punti base quando si riunirà la settimana successiva. L’IPC è aumentato del 9,1% su base annua a giugno, nonostante le aspettative di inflazione a più lungo termine nel sondaggio UMich siano scese più del previsto al 2,8%.


Bloomberg ha intervistato 44 economisti tra il 15 e il 20 giugno, chiedendo loro di classificare una serie di indicatori secondari che Powell ha citato come fattori di aggiustamento della politica.


L’obiettivo principale della Fed in termini di inflazione, l’inflazione PCE al netto di cibo ed energia, la disoccupazione e il PIL sono tutti previsti nella sintesi trimestrale delle proiezioni economiche e non sono stati inclusi come opzioni.


Powell ha promesso che il FOMC sarà agile nel rispondere ai dati economici, ma alcuni economisti hanno criticato l’affidamento a punti di dati casuali in quanto privi di un piano chiaro.


Nel sondaggio, il 60% degli economisti ha affermato che l’affidamento di Powell ai dati in arrivo riflette una risposta agile e flessibile, mentre il 40% ha affermato che manca una strategia coerente.


Il rialzo di 75 punti base di giugno ha superato le indicazioni di Powell di maggio, che prevedevano una mossa di mezzo punto.

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